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Servizio idrico e depurazione a Licata: nota della Brandara

Nota stampa del Commissario Straordinario On. Mariagrazia Brandara, inerente il reitero delle richieste di accertamento indirizzate all’ATI IGRICO AG9.

“In data 24 e 31 marzo 2015, nella qualità di Commissario Straordinario del Comune di Licata, quando rivestivo lo stesso incarico di quello attuale, mi ero fatta scrupolo di richiedere all’ATO Idrico l’attivazione degli adempimenti ex art. 152 c. 2 del D.Lgs. 152/06, e D.M. 30/09/2009, onde dare seguito alle reiterate richieste di intervento provenienti da organizzazioni sindacali territoriali, organizzazioni di cittadini, relativamente alle gravissime e perduranti carenze rilevate sia per la gestione del depuratore comunale, che del servizio di distribuzione idrica e, più in generale, di tutto il servizio idrico integrato.

In data odierna, con nota indirizzata al Presidente dell’ATI IDRICO AG9, ho richiesto di effettuare quanto previsto dall’art. 151 c. 2 lett. i, inerenti i controlli ordinari e straordinari, tramite tecnici di comprovate competenze e capacità, onde far emergere e certificare eventuali inadempienze in capo al Gestore per addivenire alla sospensione del canone di depurazione, al rimborso dello stesso, ed, infine, alla rescissione contrattuale, così come previsto dalla convenzione, dal contratto e dalla Legge, per tutti gli utenti della città servizi da quell’impianto.

Quanto sopra scaturisce, in primis, dal sopralluogo effettuato in data 21 settembre 2015 presso il depuratore comunale da parte dei tecnici dell’ARPA di Agrigento, dal quale erano emerse carenze strutturali e funzionali, oltre a una situazione di grave degrado di tutta l’area dell’impianto con fuoriuscita di liquido fognario, accumuli di fango e contaminazioni di terreno, che richiedevano interventi di natura risolutiva ed un adeguamento dell’intero impianto di depurazione che in atto è privo di autorizzazione allo scarico.

In data 26 febbraio 2016 la Procura della Repubblica di Agrigento ne ha poi ordinato il sequestro con affidamento della custodia giudiziaria allo stesso Gestore. In seguito, nel luglio del 2017, a seguito di accertate ulteriori inadempienze del Gestore, la Procura della Repubblica ha estromesso il Gestore dalla custodia, unitamente a tanti altri impianti sequestrati e ne ha affidato la custodia giudiziaria al Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti dell’Assessorato Regionale all’Energia, che lo detiene tutt’ora.

Per quanto sopra, ritengo doveroso conoscere se le condizioni attuali e passate dell’impianto hanno costituito un espletamento del processo di depurazione, oppure, come afferma il dispositivo di sequestro “vi è stata la consapevolezza di effettuare una prestazione (depurazione) diversa per quantità e qualità da quella dovuta”.