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Sicilia, spese all’Ars: ex deputato Musotto dovrà risarcire 600 mila euro

Conto salatissimo per l’ex capogruppo del Mpa all’Ars Francesco Musotto chiamato dalla Corte dei cnti a rifondere l’Assemblea regionale siciliana la somma di 589.595 euro, piu’ 423 euro di spese di giudizio. Una sentenza emessa dalla Sezione giurisdizionale – presidente Luciana Savagnone, consigliere relatore Giuseppe Colavecchio – in relazione all’inchiesta sulle spese dei gruppi di Palazzo dei Normanni. E’ la prima, probabilmente la piu’ pesante, tra quelle che chiamano in causa i capigruppo della scorsa legislatura. I giudici contabili parlando di “colpevole leggerezza” e di “disprezzo per gli interessi collettivi”. La Procura Regionale, a seguito della segnalazione effettuata dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, aveva quantificato il danno in 755.687 euro, in ordine a somme erogate al gruppo parlamentare Movimento per l’autonomia, nel corso della quindicesima legislatura, di cui Musotto ha ricoperto la carica di presidente dal 13 luglio 2009 al 9 maggio 2012; risorse “utilizzate per finalita’ non istituzionali”. Il pubblico ministero, in particolare, aveva puntato il dito contro l’erogazione di somme a titolo di indennita’ di funzionamento ai deputati del gruppo, nella misura 200.432 euro: i deputati iscritti al gruppo Mpa ricevevano, in aggiunta al contributo “portaborse”, altre somme a fronte delle quali non e’ stato esibito “alcun documento giustificativo attestante l’impiego delle somme” e “senza alcuna valutazione della effettiva utilizzazione di tali somme e della loro inerenza con le finalita’ istituzionali del gruppo”. Vagliati anche i prelevamenti di somme dal conto corrente del gruppo “non supportati da documentazione giustificativa”, nella misura di 178.462 euro.

Nel periodo dal 13 luglio 2009 al 9 maggio 2012 sono stati registrati 133 prelevamenti per complessivi 195.945 sul conto corrente intestato al gruppo, di cui otto mediante assegni e tutti gli altri in contanti, “a fronte delle quali il gruppo ha esibito documentazione giustificativa per 17.483 euro”. Allo stesso modo, documentati prelevamenti dal medesimo conto corrente per “generico rimborso spese ai deputati”, per 75.000 euro. Contestato il pagamento di 45.000 euro in merito al quale Musotto ha spiegato di avere prelevato tale somma, “poiche’ il partito doveva affrontare una campagna elettorale”.

Prelievi legati, dunque, “all’attivita’ politica del partito, soggetto giuridico diverso e distinto rispetto al gruppo”. C’e’ poi la vicenda dei 4700 euro addebitati al gruppo per la cena ‘salata’ presso Villa Alliata di Palermo per la presentazione della nuova giunta regionale e, pertanto, riguardava “un evento di tipo politico-elettorale” estraneo “ai fini istituzionali dei Gruppi parlamentari”. E, ancora, consumazioni alla bouvette dell’Ars per 18.413 euro; la locazione di un immobile a Palermo, quale sede provinciale e regionale del partito, per 103.468 euro; o contributi per 58.405 euro per convegni di partito: “Contributi cosi’ utilizzati per finanziare spese di funzionamento del partito, travalicando le finalita’ istituzionali del gruppo all’interno dell’Assemblea elettiva”. Nel conto dell’Ars sono stati mezzi anche 2.400 euro per le elezioni degli organismi interni dell’Universita’ degli Studi di Palermo; acquisti di abbigliamento, “regalie, alimentari libri; 5.470 euro per necrologi; 10.000 euro per rimborsi spese per alberghi e ristoranti pe ri quali i singoli deputati hanno gia’ delel indennita’; 17.500 uero per le spese del commissario regionale del Mpa, manutenzione dell’auto compresa. Ben 22.289 euro risultao alla voce ‘spese per autovetture’. Spese, dunque, effettuate per esigenze riconducibili al partito “ma non rientranti nelle categorie individuate dai decreti del presidente dell’Ars e non riconducibili in alcun modo a finalita’ istituzionali dell’AssemblearRegionale”; in diversi casi, peraltro, si trattava di voci di spese per le quali i deputati percepivano gia’ le apposit indennita’ erogate dall’Ars con conseguente ingiustificato duplicazione di rimborso. I magistrati conntabili parlano di “colpa grave” nella condotta di Musotto Francesco, da intendersi “quale accentuato disinteresse e noncuranza degli obblighi di servizio, nonche’ palese disprezzo del soddisfacimento degli interessi collettivi cui deve essere improntata la gestione delle risorse pubbliche” poiche’, peraltro, il quadro normativo di riferimento, “era sufficientemente chiaro sull’utilizzo del contributo unificato per le sole finalita’ istituzionali del gruppo parlamentare, finalita’ che non potevano identificarsi con la spendita di denaro non accompagnata da alcuna causa giustificativa pubblicistica”. Una condotta caratterizzata da “colpevole leggerezza nell’erogare mensilmente a ciascun deputato – in aggiunta a quanto gia’ percepito a tiolo di rimborso spese e con altre indennita’ varie – ulteriori somme per presunte finalita’ istituzionali senza alcuna verifica delle modalita’ di spesa e senza alcuna rendicontazione”; ha prelevato somme in contanti senza poi, “con grave negligenza, conservare e produrre alcuna documentazione giustificativa che potesse legittimare il loro utilizzo per finalita’ pubbliche, oppure le ha erogate a terzi per scopi che nulla avevano a che fare con l’attivita’ politica del gruppo; ha effettuato, con totale disinteresse, spese che non potevano essere poste in alcuna relazione con l’attivita’ istituzionale”.