Suprema Corte, alto grado probabilità che madre Loris sia l’omicida

La custodia cautelare in carcere di Veronica Panarello, la giovane madre accusata di aver ucciso il figlio Loris Stival, trovato morto a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, lo scorso 29 novembre, deve essere mantenuta perche’ si basa “su una coerente analisi critica degli elementi indizianti e sulla loro coordinazione in un organico quadro che appare dotata di adeguata plausibilita’ logica e giuridica nell’attribuzione a detti elementi del requisito della gravita’ nel senso della conducenza con elevato grado di probabilita’ della responsabilita’ dell’indagata per l’omicidio”. Lo sottolinea la Corte di Cassazione nelle sue motivazioni. La Suprema corte ha respinto la tesi della difesa della donna, sostenuta dall’avvocato Francesco Villardita, che aveva manifestato il proprio disappunto per il giudizio sulla personalita’ della Panarello espresso “privilegiando le dichiarazioni dei coniugi Dandoni che le attribuivano instabilita’ caratteriale”, mentre altri testimoni – ha sottolineato il legale – la avevano descritta come “una madre affettuosa e protettiva” che aveva “cambiato vita da quando aveva lasciato la sua famiglia di origine nella quale aveva sofferto” perche’ “a quattordici anni aveva appreso di non essere figlia di quello che credeva suo padre”. A queste obiezioni, i supremi giudici hanno replicato che “i tratti della ‘personalita’ contorta’ della Panarello, indicati dal tribunale del riesame al fine di meglio contestualizzare l’omicidio, sono stati tratti dal racconto del vissuto familiare fatto dalla stessa indagata, oltre che da circostanze riferite da testimoni quali la sorella, Antonella, l’amica e vicina di casa, Claudia Giavatto, ed anche dai commenti della madre e della sorella captati nelle conversazioni intercettate; non soltanto quindi dai coniugi Dandoni”.

“Pertanto, – conclude la Cassazione – il motivo di ricorso sul punto, che richiama le dichiarazioni asseritamente di segno contrario di altri testimoni non allegate, e’ manifestamente infondato”. Per quanto riguarda il ricorso della difesa della Panarello, la Cassazione rileva che “e’ stato articolato in novanta pagine, distinte in numerosi motivi e censure, promiscuamente indicate come violazione di legge e vizi di motivazione, alcune delle quali solo apparentemente diverse e affatto perspicue; si impone, quindi, la necessita’ di razionalizzare l’esame dei plurimi rilievi nel tentativo di ricondurli, non senza difficolta’, nell’alveo proprio del controllo di legittimita’”. I supremi giudici, inoltre, rilevano che al ricorso non e’ stata “neppure” allegata la consulenza di parte “che indicherebbe le ragioni per le quali l’allineamento orario sarebbe errato e la tempistica indicata dagli investigatori sarebbe contraddetta”, e non allegata risulta anche la consulenza medica di parte sulle modalita’ dell’azione omicida e quelle sulle testimonianze.