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Tenta di salvare i figli e annega, la poliziotta racconta

“Non sono un’eroina, ho fatto solo il mio dovere. Anzi ho il rammarico di non aver potuto restituire vivo il padre a quel bambino”. Non si da’ pace Lucia Scarpello, 40 anni, sovrintendente capo di Polizia in servizio a Palermo, che ieri ha soccorso un bambino di 12 anni e un giovane di 25 che stavano annegando a Scoglitti, sul litorale ragusano. La donna non e’ riuscita invece a trarre in salvo il papa’ del bambino, un tunisino di 49 anni, che si era lanciato in mare dopo avere visto il figlio in difficolta’. “Ero scesa in spiaggia – racconta la poliziotta – giusto per una passeggiata, considerato che le condizioni del mare non erano buone e quindi avevo rinunciato al classico bagno. Ad un certo punto ho sentito gridare ‘aiuto’ da un bambino in spiaggia che cercava di attirare l’attenzione dei bagnanti. Ho subito realizzato che non si trattava di uno scherzo, sono corsa e il bimbo mi ha indicato il fratellino piu’ grande che stava annegando. Nonostante non sia una nuotatrice e abbia avuto una brutta esperienza col mare mi sono tuffata. Ho recuperato il bambino che era gia’ semicosciente per aver bevuto parecchia acqua e l’ho riportato a riva, l’ho rianimato e appena si e’ ripreso mi ha sussurrato con un filo di voce: ‘ora salva mio padre’. Solo a quel punto ho realizzato che in acqua c’erano altre due persone in difficolta’. Ma da sola non avrei potuto farcela, cosi’ ho organizzato una catena umana con altri bagnanti per raggiungere i due in mare. Il padre del bambino purtroppo era gia’ privo di sensi e nonostante abbia provato a rianimarlo per piu’ di 40 minuti non sono riuscita a salvarlo. Sono rimasta sino a tarda sera ad accudire i figli della vittima, in attesa che arrivasse da Vittoria la madre per il riconoscimento del marito. E’ stata un’esperienza drammatica”