Tragedia Maccalube, mamma fratellini morti, scrive lettera: “Amore mio oggi è tuo compleanno…”

Una “mamma distrutta che chiede solo giustizia”.

Così Giovanna Lucchese, mamma dei due fratellini rimasti uccisi il 27 settembre 2014 nell’esplosione di un vulcanello nella riserva delle Macalube di Aragona, in provincia di Agrigento, firma la lettera che scrive alla sua piccola Laura in occasione di quello che sarebbe stato il suo nono compleanno. “Amore mio oggi è il 27 agosto e domani sarà il tuo compleanno, avresti compiuto 9 anni e l’unico regalo che oggi posso farti è quello di portarti dei fiori al cimitero. La fine che hai fatto, assieme al tuo fratellino, è talmente ingiusta che non posso farmene una ragione – scrive – e non passa giorno in cui io non mi chieda perché sia successo”.

Carmelo e Laura stavano visitando la riserva insieme al padre Rosario Mulone quando, quasi due anni fa, vennero risucchiati da una montagna di fango sollevatasi dall’esplosione di un vulcanello. Il padre, carabiniere, riuscì a salvarsi, ma per Carmelo, allora 9 anni, e Laura, 7 anni, non ci fu nulla da fare. Un incidente, lo definisce mamma Giovanna nella sua lettera, ma “dietro ad ogni incidente – sottolinea – c’è sempre un errore umano. Il mio, imperdonabile, è stato quello di sottovalutare il posto dove i miei cari stavano andando, forse perché mi sono fidata di chi ha più conoscenza di me, non facendo i conti con la strafottenza umana di chi fa in modo di attrarre più visitatori non curandosi della loro incolumità, di chi pensa solo egoisticamente al proprio tornaconto, altro che gestione”.

Per la tragedia delle Macalube sono sotto processo, con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo plurimo, il direttore della riserva Domenico Fontana, il dipendente del sito Daniele Gucciardo e Francesco Gendusa, dirigente dell’assessorato regionale al Territorio.

Il 7 ottobre saranno sentiti i primi cinque testi della lista del pubblico ministero Carlo Cinque, fra cui il padre dei fratellini Rosario Mulone. Un passo importante dato che all’ultima udienza l’intero processo aveva rischiato di saltare quando uno dei legali della difesa aveva fatto notare che nel fascicolo del giudice mancava la lista dei testimoni della procura. “Credo fermamente nel lavoro dei giudici e avvocati affinché sia fatta giustizia a una tragedia evitabile, se non sottovalutata – scrive nella sua lettera Giovanna Lucchese – Ti prometto amore mio che farò di tutto in mio potere per rendervi giustizia. A voi, miei piccoli angeli, chiedo solo di darmi la forza per andare avanti in questa battaglia perché la vostra continua assenza è  dolorosa e insopportabile”.