Uccide la ex a colpi di revolver: arrestato confessa

Due colpi di pistola dritti al torace sparati dall’ex convivente. È così che è stata uccisa a Seregno (Monza) verso le 19.15, poco prima che calasse il buio sull’ultimo lunedì di agosto, la 64enne Carmela Aparo, originaria di Lentini in provincia di Siracusa. Lui, Attilio Berlingeri, calabrese pluripregiudicato di otto anni più giovane, è stato arrestato dai carabinieri poco dopo le 20, confessando spontaneamente di aver sparato alla ex, quasi in contemporanea con la morte di Carmela, deceduta alle 20.35 in sala operatoria al San Gerardo di Monza per shock emorragico. Dopo una lunga relazione tempestata di denunce reciproche, circa tre decenni, i due si erano lasciati un anno fa. Qualche volta lui alzava le mani, ma sempre episodi sporadici. Era anche stato in cura al Centro psico-sociale di Seregno. Ma nonostante il rapporto conflittuoso i due avevano continuato a vedersi, con un tira e molla che durava da mesi.Carmela non aveva timore a incontrare da sola quell’uomo con cui, nonostante tutto, aveva diviso un recente passato fatto di criminalità: truffe e reati contro il patrimonio. E così è stato anche ieri sera: secondo la prima ricostruzione dei carabinieri pare che sia stata proprio la donna a chiedere all’ex compagno di vedersi, dandogli appuntamento a Seregno. Forse avevano qualche questione economica da sistemare, ma ancora agli investigatori non è chiaro. Sta di fatto che Attilio e Carmela arrivano in via Gramsci, nei pressi dello stadio comunale, a bordo di due distinte vetture. Lui scende dal mezzo, lei fa altrettanto. Attilio però in una mano stringe un Revolver calibro 22 e nell’altra un’accetta. E comincia a sparare, colpendo a raffica Carmela. Due proiettili le perforano il torace e la donna cade a terra. È ancora viva quando l’ex compagno le si getta addosso accanendosi contro di lei che, moribonda, perde i sensi. A quel punto, pensando che fosse morta, l’assassino risale in macchina e fugge.Ma via Gramsci è una strada trafficata, spiegano i carabinieri. C’è chi vede, osserva la scena e agisce chiamando il 112. “L’immediata collaborazione e sinergia dei cittadini che assistono al delitto e danno l’allarme è stata fondamentale”, ha raccontato oggi in conferenza stampa Danilo Vinciguerra, comandante dei carabinieri di Seregno. “Un testimone ci ha descritto con dovizia di particolari il volto dell’assassino e la targa della sua macchina, marca e modello”, continua Vinciguerra. E mentre l’ambulanza porta in condizioni disperatissime Carmela al San Gerardo, dal comando provinciale dei carabinieri di Milano parte la caccia all’uomo. In Brianza e nella provincia milanese vengono diramati una serie di posti di controllo e blocco, fino a quando Attilio Berlingeri, intercettato fra Seregno e Cinisello Balsamo, viene bloccato in via Valassina dopo un breve inseguimento e senza porre particolare resistenza. A mettergli le manette ai polsi sono i carabinieri di Seregno e Desio.Nell’auto i militari dell’Arma trovano il revolver e l’accetta, custodita dentro un sacchetto. L’arma usata per uccidere, ha spiegato oggi in conferenza stampa Mansueto Cosentino, comandante dei carabinieri di Desio, “è di provenienza illecita con matricola regolare e un calibro piccolo, il 22, ma nonostante le dimensioni pericoloso”. Calabrese originario di Rosarno (Reggio Calabria) e con un cognome ‘pesante’ nell’ambiente della criminalità organizzata di stampo mafioso, senza però – secondo quanto riferiscono i carabinieri – essersi mai affiliato alla ‘ndrangheta, Attilio Berlingeri negli anni ’90 viene più volte arrestato per rapina e successivamente salta agli onori delle cronache per truffa e reati contro patrimonio. Oggi il 56enne si trova in carcere a Monza e dovrà rispondere dell’omicidio della sua ex convivente, Carmela Aparo. I due non avevano avuto figli: vedova, dalla precedente relazione ne erano nati due, con cui però la madre pare non avesse rapporti. E quando, nel lontano 1989 una ragazza aveva provato a sedurre colui che sarebbe diventato il suo assassino, per poco lei non le staccò una mano. Il fascicolo dell’indagine è coordinato dal sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Alessandro Pepé.