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UIL Agrigento: “Rinvio del collegato alla finanziaria regionale, altro schiaffo per i siciliani”

La UIL di Agrigento interviene con il Segretario Generale Gero Acquisto, dopo il rinvio della finanziaria bis a Sala D’Ercole, dopo le amministrative, per mancanza di numero legale.

Purtroppo, come forze sociali, dobbiamo riscontrare che la politica regionale e il parlamento siciliano anche ieri hanno dimostrato la mancanza di attaccamento alle istituzioni e alla sorte dei siciliani.

Si aspettava finalmente una notizia positiva per le categorie sociali e produttive dell’isola: ci si aspettava che le norme epocali definite dal governo con la riforma dello Iacp e l’accorpamento della Crias e dell’Ircac fossero in dirittura d’arrivo e invece niente di tutto questo, con rinvio  dopo il 10 giugno.

Ci chiediamo ancora una volta a che gioco giochiamo, constatiamo che l’economia e la ripresa dell’isola passano in secondo piano, che quella voglia di cambiamento e di fattività rimane pia illusione, che i giochi di potere e le guerre per il “sottogoverno” sono prioritarie rispetto ai veri bisogni dei siciliani. Dispiace ancora una volta dover sottolineare che gli interessi diffusi non vengano definiti e che nell’agenda di governo e parlamentare devono attendere.

I siciliani hanno aspettato troppo.

la scorsa stagione politica, tra Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni, ha lasciato strascichi pesantissimi nel tessuto sociale ed economico, adesso questa classe politica sta continuando, di rinvii in rinvii, a giocare con il fuoco; tutto ciò è francamente inaccettabile e la Uil agrigentina non può che mettere alla luce uno stato delle cose fatto di poca chiarezza e caos politico-istituzionale che si riverbera negativamente sui cittadini.

Sollecitiamo in primis i parlamentari agrigentini a un cambio di rotta, a un ritorno alla politica vera e responsabile che possa incidere velocemente sulla crisi strutturale, che abbraccia tutta l’isola, cominciando a lavorare e a sganciarsi da vecchie logiche di palazzo, concentrandosi sulle ferite che sono diventate voragini nel territorio isolano e agrigentino e che meritano altri protagonisti e altri interlocutori per dare un sollievo alla crisi in corso.”