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Vicenda Calcestruzzi Belice: “Troppi punti oscuri”

Manifestazione oggi a Montevago (Agrigento) promossa dalla Cgil e dalla Fillea-Cgil dal titolo “Salviamo la Calcestruzzi Belice”, azienda confiscata e gestita dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati e dichiarata fallita per un debito contratto con l’Eni prima della confisca di 30 mila euro. “La vicenda della Calcestruzzi Belice si presenta con troppi paradossi che non si spiegano solo con la leggerezza, le disattenzioni le sottovalutazione del Tribunale, dell’Agenzia e dell’amministratore giudiziario. Siamo di fronte ad una trama di azioni operate per determinare il fallimento di una azienda che non ha alcuna ragione per chiudere. Bilancio e fatturato insieme alla attivita’ in ordine e in attivo, ha detto Luciano Silvestri, responsabile Legalita’ e Sicurezza della Cgil nazionale. “Il sito ha una potenzialita’ estrattiva di 8 milioni di tonnellate. Questo dato dice tanto sugli interessi che si possono muovere. Vogliamo vederci chiaro e andremo fino in fondo. Stiamo valutando il ricorso ad un esposto alla Procura. Intanto abbiamo attivato le procedure per impugnare i licenziamenti. Inoltre questo vicenda evidenzia come sia insopportabile il ritardo del Parlamento per approvare in via definitiva, dopo l’approvazione alla Camera, della riforma del Codice Antimafia ispirata dalla legge di iniziativa popolare presentata dalla Cgil. Quelle norme avrebbero impedito di trovarci adesso ad affrontare questa indicibile vicenda”.