Agrigento

Valorizzare il bene comune, al via il progetto “In comune si può”

Il progetto si sviluppa nelle provincie di Agrigento e Caltanissetta

Pubblicato 2 anni fa

Al via il progetto “In comune si può-percorsi di condivisione e partecipazione per ritrovare e valorizzare il bene comune” nelle provincie di Agrigento e Caltanissetta che coinvolge i comuni di:  Ravanusa, Licata, Aragona, Sciacca, Joppolo Giancaxio, Gela, Niscemi, Mazzarino, Santa Caterina Villarmosa, Resuttano. L’ente capofila per la gestione ed il coordinamento è l’associazione Kaos in partenariato con l’odv Gruppo di Volontariato Vincenziano ass. Beddamé food travel people ass. Avulss Procivis ass. Rangers International Sans Souci ass. Age ass. scout Fabio Rampulla e ass. Geloi. 

“Il progetto è stato pensato per promuovere azioni di valorizzazione del territorio per ricreare legami di comunità,riferisce il presidente dell’ass. Kaos dott.ssa Luciana D’Auria, per costruire una rete in grado di mobilitare risorse che possono contrastare la vulnerabilità, sostenere le fragilità e prevenire il disagio, disegnando i contorni di una comunità solidale a partire dalle risorse presenti.

“In comune si può” offre variegate attività e servizi rivolti a minori, giovani adulti e famiglie, distribuiti nei territori di riferimento, che vanno dall’ attivazione di sportelli multifunzionali per incrementare gli interventi socio educativi territoriali di inclusione ed il sostegno psicologico, ai laboratori educativi/esperienziali fino alle campagne di promozione e sensibilizzazione rispetto ai temi di volontariato, ambiente, turismo e legalità. 

L’impatto atteso è quello di creare buone prassi da trasferire nella programmazione della Pubblica Amministrazione in cui s’incentivi la creazione di un sistema verticale e orizzontale stabile di collaborazioni. In ambito sociale si potrà testare l’efficacia della presenza nei territori di personale altamente professionalizzato sui temi dell’inclusione, del sostegno educativo e sociale e dei percorsi di accompagnamento e riconnessione di tutte le risorse disponibili, al fine di creare, mediante protocolli operativi di intervento, “presidi permanenti” per: garantire la presenza attiva di adulti “strategici” con mandato di ascolto, protezione tutela dei diritti e sostegno per le famiglie; fare dei territori un ambiente inclusivo sicuro, moltiplicando e diversificando le occasioni di socialità e rendere accessibili le strutture pubbliche, intesi come beni comuni, alle attività di inclusione e coesione; promuovere contesti protetti e diffusi in cui far convergere testimonianze positive di stili di vita sociali basati sulle logiche del volontariato e riappropriazione e condivisione dei beni comuni, rafforzare la capacità del territorio di generare capitale sociale e relazionale a supporto della crescita inclusiva. 

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