Licata, i Carabinieri sequestrano bene confiscato alla mafia. Caso senza precedenti

Crediamo di poter dire che si tratti di un caso giudiziario senza precedenti in Italia: i Carabinieri di Licata hanno sequestrato un terreno confiscato alla mafia e da anni assegnato al Comune di Licata dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata.

Le indagini dei Carabinieri erano scattate a seguito di una denuncia presentata dall’associazione A testa alta, che aveva documentato, attraverso rilievi fotografici, che su questo terreno erano stati abbandonati rifiuti speciali e un ingente quantitativo di fusti di palme verosimilmente colpite da puntuerolo rosso.

I Carabinieri, espletati gli accertamenti del caso, hanno sottoposto a sequestro il terreno, come risulta dai cartelli apposti in loco.

Ad accendere i riflettori sulla tematica dell’utilizzo dei beni confiscati nella provincia di Agrigento è stata l’associazione “A testa alta” che proprio a Licata, il mese scorso, ha organizzato un dibattito dal titolo “Confiscati e abbandonati”, che ha riscosso vivo interesse folta partecipazione di pubblico.

Come raccontato nel documentario realizzato da “A testa alta” (Video), per il terreno di Contrada Passarello, oggi sequestrato dai militari dell’Arma, il Comune di Licata aveva indicato, negli atti ufficiali, l’uso “istituzionale” di “vivaio di essenze arboree e/o fiori in serre da piantumare e per rimboschimento”, mentre da diversi anni, di fatto, presso lo stesso terreno venivano sotterrate carcasse di animali con provvedimenti dei Sindaci.

Ancora non si conoscono i nomi degli indagati. Attesi aggiornamenti nelle prossime ore.