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Agrigento, madre assassina dal carcere di Petrusa: “Chiedo perdono”

Avrebbe chiesto perdono dal carcere di Agrigento, Giusy Savatta, la donna di Gela che alcuni giorni fa è stata arrestata per l’omicidio delle due figliolette,  Sofia e Gaia di 9 e 7 anni, che secondo quanto riferito dalla stessa ai magistrati sarebbero state strangolate. Subito dopo l’arresto la Savatta era stata portata in ospedale per degli accertamenti al termine dei quali si è disposto il trasferimento nella struttura di Contrada Petrusa, dotata di padiglione femminile. Indiscrezioni la definiscono, triste, avvilita, disorientata e, dato il suo stato di prostrazione, è stata disposta la sorveglianza “a vista” nel timore possa compiere gesti inconsulti. Dalla ricostruzione dei magistrati e dei carabinieri “Giuseppe Savatta e’ stata bloccata dal marito, Vincenzo Trainito, mentre cercava di uccidersi. Era armata di coltello, era all’interno della vasca da bagno e puzzava di candeggina”. Confermato, secondo gli inquirenti, anche l’utilizzo di un flessibile nel tentativo di togliersi la vita. Il referto medico ha evidenziato la presenza di numerose escoriazioni sul corpo e sul viso. “I segni sarebbero stati causati dalle bambine – hanno spiegato gli inquirenti durante la conferenza stampa – nel disperato e inutile tentativo di sottrarsi allo strangolamento”.