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Mafia, raffica di beni confiscati nell’agrigentino: sono 50 tra imprese, immobili e appartamenti

Sono 50 i beni confiscati alla mafia e trasferiti a istituzioni agrigentine nel periodo che va dal 2015 ad oggi. Tra questi troviamo i beni conficati ai Capizzi di Ribera, ai Panepinto di Bivona e altri riconducibili al boss Falzone di Campobello di Licata. A Canicattì, due appartamenti confiscati a Salvatore Di Di Gioia sono diventati alloggi di servizio dei carabinieri. A Palma di Montechiaro a beneficiare delle confisce è stato il Comune che ha ricevuto 4 immobili, tra case e terreni, sequestrati a Giovanni Ballanti. Stessa sorte, a Ribera, per 6 appartamenti confiscati alla famiglia Capizzi. Ultimi, in ordine cronologico,, un appartamento e due villette che a Menfi sono state “tolte! alla disponibilità di Rosario Cascio, detto “u puparu” e che sono state assegnate al Comune di Menfi.



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