Agrigento, Arnone e il divieto di dimora: una “bufala” spacciata per verità

Alle 12,23 di oggi, un comunicato stampa inviato dall’avv. Giuseppe Arnone ai media sul tema “udienza stalking contro Arnone” annunciava trionfante che: “E’ stata sufficiente una camera di consiglio di tre minuti per confermare la decisione del Gip di Agrigento dott. Malato che aveva già rigettato in primo grado la richiesta avanzata personalmente dal dott. Di Natale. La misura cautelare chiesta da Di Natale riguardava un presunto stalking posto in essere da Arnone incredibilmente a danno dell’ottantenne imprenditore Sinatra”.
La vicenda, non spiegata meglio dall’Arnone, riguardava e riguarda il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Agrigento avverso il non accoglimento della richiesta di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora ad Agrigento proprio nei confronti dell’Arnone. Richiesta motivata valutando l’atteggiamento persecutorio tenuto dall’ex ambientalista ai danni dell’avv. Vincenzo Sinatra proprietario di un parcheggio nella Valle dei templi osteggiato da Arnone che ha, tra le altre cose, messo catena e lucchetto ad un cancello del medesimo parcheggio.
Il comunicato stampa continuava così: “Trattandosi di una vicenda clamorosa Arnone oggi alle 17.00 presso i locali del suo studio nuovo, in via Mazzini 148 incontrerà i giornalisti interessati a fare informazione e che hanno il coraggio di dare notizie che non piacciono a Renato Di Natale, Ignazio Fonzo, Lillo Firetto e Franco Castaldo”.
Se non fossimo stati tirati per i capelli in questa storia oggi avremmo certamente evitato di occuparci di una bufala clamorosa, come ci conferma in serata alle 19,47 l’ulteriore comunicato dello stesso Arnone che ha scritto: “Questa notizia non è vera, non vi è ancora decisione, È frutto di un equivoco e di un errore. domani comunicato di scuse e spiegazioni dell’ errore”.
Ma i giornalisti preferiti da Arnone quelli “interessati a fare informazione e che hanno il coraggio di dare notizie che non piacciono a Renato Di Natale, Ignazio Fonzo, Lillo Firetto e Franco Castaldo”, la notizia l’avevano già data con grande spolvero. Si, hanno dato una notizia falsa, come piace ad Arnone (non è la prima volta che induce ad errore colleghi anche affermati che scrivono anche per testate prestigiose).
I giornalisti preferiti da Arnone, quelli che sono “interessati a fare informazione e che hanno il coraggio di dare notizie che non piacciono a Renato Di Natale, Ignazio Fonzo, Lillo Firetto e Franco Castaldo”, non amano fare le verifiche. Che quando ci di mezzo Arnone sono necessarie, obbligatorie, imposte. Loro, i giornalisti bravi, prendono per buone le corbellerie arnoniane e le fanno diventare notizie, salvo, poi, fare marcia indietro e scusarsi.
Grandangolo, lo ha scritto qualche rigo sopra, avrebbe evitato di occuparsi di sciocchezze, “minchiate col botto”, come ama dire spesso Arnone. Ma, talvolta, quest’ultimo non resiste alla tentazione di tirarci dentro storie che appartengono solo a lui e che ci costringono, ribadiamo ci costringono, a dover dire giocoforza la nostra.
Il comunicato (con la notizia falsa e i commenti da delirio) è in sintonia con gli esiti della nuova perizia psichiatrica riguardante Arnone sottoscritti dalla dottoressa Liliana Gandolfo, specialista in neurologia e psichiatria che si è avvalsa anche della consulenza dello psicologo clinico Gerolamo Lanzafame, specialista in psico-diagnosi Rorschach (quello delle orribili tavole) di cui Grandangolo vi darà conto prossimamente.
Il disprezzo verso uomini e istituzioni vomitato urbi et orbi partendo dal presupposto di una notizia assolutamente falsa non fa vergognare “lo sceriffo”, anzi, sempre sul presupposto di una notizia assolutamente falsa aveva persino convocato una conferenza stampa.
Ecco di chi stiamo parlando.
La vicenda merita due piccole osservazioni.
La prima: Arnone nel suo delirio comunicativo omette di dire che il Gip Malato non ha accolto la richiesta di misura cautelare per inesistenza dei comportamenti persecutori. Anzi, proprio il Gip Malato che Arnone loda, non perde tempo a mettere nero su bianco che i comportamenti stalkizzanti nei confronti di Sinatra ci sono stati e sono conclamati. La decisione del Gip fa riferimento espressamente alla mancanza di attualità delle condotte persecutorie.
Una persona dotata di un minimo di buon senso e amor proprio solo per questa ragione avrebbe dovuto vergognarsi e recitare il mea culpa. Invece, con Arnone, che ama vestirsi da sceriffo e definirsi “stallone brizzolato” tutto questo non avviene.
Seconda osservazione-considerazione: Grandangolo non mette le mani sul fuoco circa la totale infondatezza della notizia prematuramente (e falsamente, al momento) divulgata da Arnone. E non crede assolutamente all’errore di cui si parla nel comunicato di riparazione. Il dubbio, conoscendo Arnone, è legittimo anche se rimane tale, cioè dubbio. Arnone sapeva dell’esito “futuro” del procedimento?
Lo sapremo presto.