Uno stralcio di intercettazioni riguardanti l’operazione “Alta Tensione” illustrata ieri dai Carabinieri di Agrigento, in una apposita conferenza stampa, e pubblicata dal quotidiano La Sicilia di ieri, evidenzia il giro di denaro che coinvolgeva i due verificatori “infedeli” dell’Enel coinvolti nella vicenda, Giovanni Trupiano, 60 anni di Agrigento e Domenico La Porta, 63 anni
Giovanni: «Oggi ho tirato mille euro. Mo preso mezzo stipendio, già oggi»;
Domenico: «Ora domani»;
Giovanni: «Domani ho un’altra entrata»;
Domenico: «Nuovamente mieti (raccogli) domani o no?»;
Giovanni: «Domani avrò altre due tre entrate…altri settecento,
ottocento euro devono essere pagati. Io non voglio guadagnare
molto. Io vorrei racimolare 3 mila euro al mese in più…cinque mi basterebbero».
Questi i nomi di tutti gli indagati e i relativi esercizi commerciali coinvolti: Giovanni Trupiano, 60 anni di Agrigento; Domenico La Porta, 63 anni di Naro; Gioachino Cuscio, 40 anni di Canicattì (titolare Bar del Sole); Giuseppe Modica, 45 anni di Agrigento; Simone Modica, 40 anni di Agrigento entrambi amministratori della Alessi S.n.c. di Alessi Angela & C., titolari della Trattoria dei templi; Giuseppe Contino, 50 anni di Agrigento, cogestore del locale “Robe di kappa” ad Agrigento; Maria Santa Rallo, 50 anni, di Canicattì titolare ditta Corallo srl, e residente ad Agrigento; Salvatore Domenico Siracusa, 50 anni di Canicattì; Luigia Vinci, 56 anni di Campobello di Licata e residente a Canicattì che ha avuto un ruolo di mediatrice; Tommaso Cortelli, 49 anni di Agrigento; Massimo Cortelll, 39 anni, di Agrigento; Vincenzo Cortelli, 44 anni di Porto Empedocle, titolari della pescheria Primavera srl; Alfonso Catania, 52 anni veterinario di Agrigento; Calogero Schembri, 44 anni, titolare di un caseificio a Montallegro; Anna Maria Farruggio, 52 anni di Naro; Pietro Failla, 44 anni di Canicattì; Diego Favata, 45 anni di Canicattì; Angelo Gioacchino Sanfilippo, 39 anni di Canicattì; Giuseppe Antonio La Mendola, 44 anni di Grotte; Vincenzo Palumbo, 44 anni, di Grotte.
Nell’inchiesta sono rimasti coinvolti anche Calogero Ciulla, titolare dell’agriturismo Feudo Muxarello già sotto processo e il negozio di ceramiche Canicattì Cosmo design.