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Alfano: “Liberare la Sicilia da mafia vale più della vita”; “Vicino ai sindaci minacciati”

Alfano Montenegro e Floris

Giovanni Floris entra nel teatro

“Le minacce di morte? So che me l’hanno giurata ma non ho mai avuto paura ci sono tanti servitori dello Stato che rischiano la vita ogni giorno come e più di me e penso che la liberazione della Sicilia da questi maledetti valga più della vita di ognuno di noi”.

Lo ha detto ad Agrigento il ministro dell’Interno Angelino Alfano rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della presentazione del suo libro. Il ministro commentando il passaggio del suo libro in cui scrive “Bisogna distinguere fra chi prega e chi spara” ha ancora detto:  “Io sono nato dove finisce l’Europa. La mia posizione politica, da popolari europei, è questa: noi non possiamo fare morire la gente in mare. Non possiamo però dire entrate tutti da noi”. “Abbiamo un compito, che è della nostra generazione: difendere la nostra libertà. Dobbiamo farci carico di cose che mai nessuno pensava potessero accadere, cioè le guerre studiate sui libri di scuola. Questa no. E’ una guerra scatenata da uno che si chiama Califfo che vuole cancellare i confini. Di fronte a questa pretesa, abbiamo una sfida: capire perchè migliaia di europei aderiscono a questa chiamata? A me è capitato – ha proseguito – l’onore di essere il ministro dell’Interno di un grande Paese e la responsabilità di farlo nel momento dei più grandi flussi migratori, dalla Seconda guerra mondiale, e al tempo del Califfo. In provincia di Agrigento c’è l’isola di Lampedusa, l’isola della prima vacanza. Tornarci da ministro dell’Interno e vedere dentro un freddo hangar dell’aeroporto 120, 130 corpi dentro un sacco, mi ha fatto pensare che c’è qualcosa che ti si rompe dentro e c’è qualcosa da ricostruire. Ho capito che per quel poco che potevo dovevo fare di tutto affinchè non accadesse mai più”.

Il capo della polizia Pansa e il deputato Dambruoso

Il cardinale Montenegro in attesa dinanzi al municipio

Il coro Santa Cecilia intona l’inno italiano e francese

Il sindaco Firetto

Infine rivolto ai sindaci della provincia di Agrigento (al teatro “Luigi Pirandello” i presenti erano 37 su 44) ha detto: “Ringrazio tutti i sindaci presenti. Molti hanno ricevuto delle intimidazioni. Voglio dire che non saranno lasciati soli. Le intimidazioni non avvengono per ragioni filosofiche, ma per ragioni pratiche. Io, che ho ricevuto la loro lettera, sarò accanto a loro”.

Il tavolo dei relatori

L’assedio delle telecamere

L’ingresso a teatro

Magitrati e militari in prima fila

Politici in prima fila

Teatro Pirandello al completo

 

 Le foto sono di Diego Romeo