Donna morta dopo intervento alla colecisti, indagati 26 medici degli ospedali di Agrigento e Canicattì

Ventisei medici di due ospedali della provincia di Agrigento sono indagati dalla Procura per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in seguito alla denuncia dei familiari di una donna di 69 anni, Febbronia Cirami di Canicattì, morta dopo un’operazione alla colecisti.

Si tratta di Fabrizio Alletto, 47 anni di Palermo ma residente ad Agrigento; Lina Aronica, 60 anni di Naro; Maria Baio, 41 anni di Agrigento; Rosanna Bono, 59 59 anni di Sciacca; Francesco Buscaglia, 50 anni di Agrigento; Riccardo Calò, 42 anni di Palermo, residente a Palma; Claudia Castronovo, 31 anni di Agrigento; Rosa Costa, 46 anni di Palermo, residente ad Agrigento; Fabrizio Cremona, 44 anni di Palermo, residente a Canicattì; Antonino Crisafulli, 55 anni di Messina ma re3sidente a Canicattì; Francesco Di Lascio, 54 anni, di Lauria, residente ad Aragona; Salvatore Farruggia, 55 anni di Mazzarino e residente ad Agrigento; Carlo Fontana,48 anni di Agrigento; Salvatore Frenda, 56 anni di Raffadali; Giovanni Guzzo, 50 anni di Caltanissetta; Antonio Limblici, 32 anni di Palermo e residente a Favara; Carmen Liuzzo, 47 anni di Agrigento e residente ad Aragona; Vincenzo  Lo Bosco, 53 anni di Raffadali ma residente ad Agrigento; Sarah Lo Faso, 27 anni di Canicattì; Alfonso Maurizio Maiorana, 56 anni di Caltanissetta domiciliato a Canicattì; Antonio Marotta, 67 anni di Favara e residente ad Agrigento; Rosa Provenzano,  48 anni di Agrigento; Carmelo Sciumè, 63 anni di Favara; Paolo Sgarito, 34 anni di Agrigento; Diletta Tinaglia, 41 anni di Agrigento e domiciliata a Favara; Mauro Ettore Zanca, 58 anni di Canicattì.

Il Pubblico ministero, Chiara Bisso, ha iscritto come atto dovuto sul registro degli indagati i sanitari del Barone Lombardo di Canicattì e del San Giovanni di Dio che hanno avuto in cura la donna, deceduta lo scorso 12 marzo dopo essere stata in coma alcuni giorni in seguito all’intervento.

I familiari, attraverso il proprio legale, l’avvocato Calogero Meli, hanno presentato un esposto chiedendo alla magistratura di fare luce sull’episodio. Il  pubblico ministero Bisso ha così disposto l’autopsia che sarà eseguita venerdì.

L’incarico sarà conferito al medico legale Giuseppe Ragazzi, fin d’ora autorizzato a indicare uno specialista che lo affiancherà nello svolgimento della consulenza.

La donna, come hanno riferito i familiari della denuncia, si era presentata il 21 gennaio al pronto soccorso dell’ospedale di Canicattì accusando dei forti dolori addominali. In quella circostanza le sarebbero stati diagnosticati dei calcoli alla cistifellea e fu dimessa dopo avere programmato l’intervento per l’ultimo giorno del mese. In realtà, dopo un paio di giorni, la donna torna in ospedale perchè accusa – secondo la ricostruzione dei fatti – nuovi dolori. Questa volta viene ricoverata e sottoposta ad accertamenti. La Tac, secondo quanto denunciato dalla paziente, fu svolta solo dopo quattro giorni. Infine, completati altri accertamenti, si procede con l’intervento.

Nei giorni successivi il figlio della donna si sarebbe accorto di una perdita ematica. La paziente, quindi, viene trasferita all’ospedale San Giovanni di Dio. Ci si accorge di improvvise complicazioni che rendono necessario un secondo intervento, dal quale la donna non si è mai ripresa.

Dopo alcuni giorni di coma, la sessantanovenne è morta.