Una Fiat 500 di colore nero munita di doppiofondo, intercettazioni ambientali a tutto spiano e una telecamera piazzata persino dentro il locale usato come deposito.
Con questo mezzo la droga veniva trasportata da Palermo ad Agrigento e consegnata a Carmelo Fallea, il favarese al centro dell’inchiesta Up & down” o ai suoi sodali, Carmelo Presti, ad esempio, catturato perché nascondeva 20 kg di droga in un casolare rurale di sua pertinenza.
E pensare che, per un momento, sembrava che Presti potesse sfuggire alla cattura dato che le perquisizioni nei luoghi noti a lui riconducibili avevano dato tutte esito negativo. A mettere i carabinieri sulle tracce della droga è stato, inconsapevolmente, il padre di Presti.
La storia è andata così, come racconta il Gip Wilma Mazzara nel suo provvedimento di cattura:
“Circa i rapporti tra soggetti agrigentini e palermitani, le emergenze dotate di maggiore concretezza, in quanto culminate con il sequestro di sostanza stupefacente e con l’arresto di Presti Calogero, riguardano i fatti avvenuti tra il 14 ed il 15 giugno 2014 e la consegna da parte di Calandra Andrea, inviato da Giudice Vincenzo, a Fallea Carmelo e Presti Calogero di un cospicuo quantitativo di sostanza stupefacente di tipo hashish.
La vicenda ha esordio con lo scambio di sms in data 11.06.2014 tra Fallea Carmelo e Giudice Vincenzo con i quali Fallea Carmelo sollecita appunto Giudice Vincenzo a fare qualcosa che i due hanno già stabilito, e che in considerazione dei successivi sviluppi può ritenersi con sufficiente sicurezza trattarsi di sostanza stupefacente di tipo hashish da inviargli ad Agrigento. Dopo questa comunicazione, fra i due sopra indicati soggetti e fra gli altri soggetti monitorati, non viene registrata nessuna altra conversazione significativa sulla vicenda.
Effettivamente la sera del 14.06.2014 Calandra Andrea si reca nell’agrigentino ed alle ore 21.21 viene registrata la presenza del veicolo Peugeot 307 in uso a Presti Calogero sotto l’abitazione di El Moussaid Rania, ad Agrigento.
Alle ore 21.51 infatti, il veicolo monitorato in uso a Presti Calogero si trova sulla SP3 del comune di Favara fermo davanti l’abitazione rurale del predetto Presti. Vengono registrati all’esterno dei movimenti da cui si percepisce che i tre soggetti sono intenti a smontare qualcosa: infatti come si vedrà in seguito, l’autovettura Fiat “500” di colore nero intestato a Giudice Matteo, padre di Vincenzo, e utilizzata in quella circostanza da Calandra Andrea è dotata di un doppiofondo, e per tale motivo, Calandra Andrea, durante l’incontro avvenuto davanti l’abitazione di El Moussaid Rania, cercava una chiave 17.
Dal dialogo registrato emerge che i tre soggetti sono intenti a smontare il doppiofondo del veicolo Fiat 500 di colore nero, con cui Calandra Andrea ha effettuato il trasporto, e quindi scaricano la sostanza stupefacente : infatti i tre contano i panetti che prelevano dal doppiofondo e che trasportano all’interno dell’abitazione. La vicenda è stata anche documentata attraverso il sistema di video sorveglianza installato presso l’abitazione di Presti Calogero, i cui fotogrammi alla cui visione si rinvia, non lasciano non dubbi sulla attività.
Peraltro secondo l’accusa la vettura, munita di doppiofondo ed utilizzata in questa occasione è la medesima che era stata utilizzata per il primo viaggio del 30.05.14, circostanza questa da ritenere, gravemente indiziaria riguardo al trasporto di sostanza in quella data.
Tornando ai fatti del 14-15 giugno, mentre Calandra Andrea è intento a scaricare dal veicolo la sostanza stupefacente, parla anche della qualità della stessa, da poco arrivata,
In data 16.06.2014, veniva però effettuata una perquisizione a carico di Calogero Presti, il quale veniva intercettato alle ore 13.55 circa, presso la
Sp3 Aragona – Favara, all’altezza di Contrada San Benedetto, alla guida della sua autovettura Peugeot 307 di colore grigio, mentre tornava proprio dal luogo di lavoro (collaboratore amministrativo in una scuola di Aragona).
Calogero Presti veniva quindi fermato dalla pattuglia della Tenenza Carabinieri di Favara, che procedeva a perquisizione veicolare e personale che davano esito negativo; tuttavia la perquisizione veniva estesa alla sua abitazione sita in via Kennedy nr. 72 dove erano presenti il padre, Presti Antonio e la madre, Pecorara Carmela.
All’interno della camera da letto di Presti Calogero veniva rinvenuto, dentro un cassetto del
comodino, un bilancino di precisione elettronico, senza marca, di colore nero perfettamente funzionante; la perquisizione veniva altresì estesa ad un garage ubicato nella via Zaccagnini, parallela alla strada in cui è ubicata l’abitazione di Presti Calogero.
Nell’occasione veniva richiesto a Presti Calogero se avesse in uso altre abitazioni o locali, e questi rispondeva negativamente, mentre il padre indicava la disponibilità di un’abitazione rurale ubicata nella Contrada Pioppo – Scintillia di Favara, di cui Presti Calogero deteneva le chiavi all’interno della propria autovettura.
A quel punto Presti Calogero accompagnava gli operanti presso l’abitazione rurale, ove apriva alcune catene poste sulla strada privata di accesso e la porta in ferro dell’abitazione, con le chiavi che teneva nel cruscotto del mezzo a lui in uso. Qui la perquisizione, iniziata alle ore 15.15 circa, veniva ultimata alle ore 16.00 circa con esito positivo in quanto all’interno di un vecchio mobile-cucina in ferro, posizionato all’interno di un ripostiglio della casa, occultati sul fondo del porta bombole, venivano rinvenuti venti involucri confezionati con nastro da imballaggio di colore marrone e cellophane contenenti ciascuno dieci panetti di hashish per un peso complessivo di Kg. 19,800 circa.
Infine la perquisizione veniva estesa ad alcuni locali annessi all’abitazione ed alle relative pertinenze. In particolare sopra il tetto di un forno in muratura posto all’ingresso dell’abitazione veniva rinvenuto un involucro in carta argentata contenente un grammo di sostanza resinosa di colore marrone, presumibilmente hashish.
Quindi si procedeva al sequestro di tutta la sostanza , del materiale rinvenuto ed all’arresto di Presti Calogero. Successivamente venivano eseguite le analisi sulla sostanza rinvenuta a seguito delle quali veniva confermato trattarsi di hashish. Il relativo procedimento veniva definito in data 04.11.2014 dal Gip di Agrigento con sentenza di patteggiamento versata in atti che applicava al Presti la pena di anni due e mesi undici di reclusione ed €. 4000 di multa.