Il bacio in fronte al padrino, poi gli omicidi: 6 fermi

I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito sei provvedimenti di fermo, emessi dalla locale Procura Distrettuale e firmati dai Pm Sergio Demontis, Francesca Mazzocco e Gaspare Spedale. Gli indagati sono accusati a vario titolo di omicidio, tentato omicidio, associazione mafiosa e reati in materia di armi. Le indagini hanno interessato la famiglia di Santa Maria di Gesù, inserita nell’omonimo mandamento, di cui è stato accertato il processo di riorganizzazione interna e la capacità militare culminata nel recente omicidio di Salvatore Sciacchitano e nel ferimento di Antonino Arizzi. Le attività hanno consentito di avere cognizione dell’attuale gruppo di vertice, legittimato attraverso il ricorso ad elezioni con la partecipazione degli altri uomini d’onore, secondo una prassi in precedenza disvelata solo dai primi collaboratori di giustizia negli anni ’80. Le indagini hanno interessato la famiglia di Santa Maria di Gesù, inserita nell’omonimo mandamento, di cui è stato accertato il processo di riorganizzazione interna e la capacità militare culminata nel recentissimo omicidio di Salvatore Schiacchitano e nel ferimento di Antonino Arizzi. In manette sono finiti Giuseppe Greco, Natale Giuseppe Gambino, Gabriele Pedalino, Domenico Ilardi, Lorenzo Scarantino e Francesco Urso. Nelle intercettazioni i boss si sono traditi: si parlava di ”votazione” tra i padrini pronti a riogranizzare i vertici di una delle famiglie più antiche di Cosa nostra che ha ordinato l’omicidio di Mirko Sciacchitano.

Bacio sulla fronte al padrino, votazioni per eleggere i vertici della cosca ormai però ridotta a un pugno di uomini. Le indagini dei carabinieri – che hanno fermato sei persone anche per omicidio – hanno sollevato il velo sul mandamento di Santa Maria di Gesù, un tempo uno dei più potenti in Sicilia sotto lo scettro di Stefano Bontade, e mostrano una nuova Cosa nostra. Le telecamere e le microspie degli investigatori hanno ripreso le riunioni con i discorsi dei mafiosi sulle elezioni e i baci che a turno davano in fronte al nuovo padrino Giuseppe Greco, un rito rispettato da tutti anche da Salvatore Profeta, consigliori del boss, vecchio uomo d’onore scarcerato dopo il processo di revisione per la strage di via D’Amelio a Palermo, e finito nuovamente in carcere un mese fa. Il bacio in fronte era già stato documentato nell’inchiesta che aveva portato in carcere Profeta.