Giudiziaria

La sparatoria con omicidio a Villaggio Mosè, eseguiti accertamenti su 12 tamponi 

Altro giro di accertamenti irripetibili disposti dalla procura di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta sulla sparatoria avvenuta lo scorso 27 febbraio

Pubblicato 3 settimane fa

Altro giro di accertamenti irripetibili disposti dalla procura di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta sulla sparatoria avvenuta lo scorso 27 febbraio nello piazzale della concessionaria “AutoXPassione” a Villaggio Mosè in cui ha perso la vita Roberto Di Falco, trentasettenne di Palma di Montechiaro. Nella giornata di ieri, nel laboratorio genetica forense di Palermo, sono stati svolti esami di natura biologica su 12 tamponi utilizzati per le campionature di presunte sostanze ematiche sequestrati sulla scena del delitto. Ulteriori accertamenti, come disposto dal procuratore Giovanni Di Leo e dal sostituto Gaspare Bentivegna, sono in programma lunedì 27 maggio.

In questo caso, si tratta di esami di genetica forense e di residui dello sparo. Alle operazioni, oltre ai consulenti, prenderanno parte gli avvocati della difesa (Santo Lucia, Tony Ragusa e Giovanni Castronovo) e della persona offesa (Salvatore Cusumano). Tre gli indagati: si tratta di Roberto Di Falco, 37 anni, che perderà la vita in seguito alla sparatoria;  Angelo Di Falco, 39 anni, fratello della vittima; Domenico Avanzato, 36 anni, e Calogero Zarbo, 40 anni. La procura di Agrigento ha contestato a tutti una particolare fattispecie di omicidio, quella per errore. Ricostruzione che è stata condivisa pienamente dal gip del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ma che è stata annullata dal tribunale del Riesame. Il tribunale della Libertà, pur condividendo la ricostruzione storica degli eventi, ha ritenuto inidonea la formulazione del capo di imputazione. In particolare, per i giudici non può essere contestato ai tre indagati l’omicidio per errore poiché trattasi di una fattispecie che si configura quando “vi sia divergenza tra il voluto ed il realizzato dipendente dal cosiddetto errore-inabilità, cioè un errore materiale relativo alla sola fase di esecuzione”. 

Per i giudici del Tribunale della Libertà, dunque, “Dovrà procedersi ad una scomposizione dell’azione delittuosa con conseguente configurabilità di un tentativo di un omicidio nei confronti della vittima designata (Calogero Zambuto) e del reato di omicidio scrutinato dalla legittima difesa perpetrato dallo Zambuto ai danni di Roberto Di Falco.” I fatti sono noti. Lo scorso 27 febbraio quattro palmesi compiono quella che gli inquirenti ritengono una spedizione punitiva nei confronti di Lillo Zambuto, titolare della concessionaria “AutoXPassione” al Villaggio Mosè. Alla base della “punizione” impartita al rivenditore di auto, aggredito nel piazzale della concessionaria, il pagamento di un’auto con un assegno risultato poi scoperto. Durante quei concitati momenti, ripresi in gran parte dalle telecamere, viene estratta una pistola da cui parte un colpo che ferisce mortalmente proprio Roberto Di Falco. 

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