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“Nelle mani del Parco archeologico il futuro di Agrigento”

Intervista di Diego Romeo a Giuseppe Parello direttore del Parco Archeologico Valle dei Templi.

Perché continuare a non ammetterlo? 

Il futuro di Agrigento, per le sue peculiarità, è ormai affidato al Parco Archeologico (un vero “ministero con portafoglio” come usava dire tempo fa) mentre il Comune è diventato una sorta di “ministero senza portafoglio” .

Anzi visti i risultati degli ultimi anni e degli ultimi giorni si potrebbe pensare non più alla elezione di un sindaco e di un Consiglio comunale ma alla creazione di un “robot 4.0” caricato di un “decente” algoritmo di amministrazione. Come ci ricordava la Gabanelli in una preziosa puntata di Report, il robot 4.0  caccia via l’operaio da qualsiasi catena di montaggio e di lavoro, evita tasse e sindacati. E allora perché un “robot 4.0” non potrebbe subentrare al politico così da evitarci tutti i patemi e le lacerazioni che ci conducono periodicamente all’elezione di un amministratore?  L’efficienza sarebbe assicurata molto meglio e non ci sarebbe bisogno di proporre la diminuzione degli interventi in Consiglio comunale, come recentemente è stato proposto, oltre ad evitare al Movimento 5Stelle divisioni al loro interno, spappolandone l’opposizione come sta accadendo  e che ha fatto infuriare persino Beppe Grillo che l’ha saputo.

Queste  piccole idee non proprio fantascientifiche ci venivano in mente intervistando Giuseppe Parello,  il direttore del Parco archeologico che ci ha tracciato un piano di interventi che darebbero linfa vitale alla nostra città.

Direttore, vogliamo iniziare dagli scavi  per il teatro di Akragas ulteriore trampolino di (ri)lancio per la nostra città?

“La prima considerazione è, come evidente,  di ordine programmatorio  nella azione amministrativa  del Parco. Per gli scavi stiamo utilizzando fonti del programma” Pon cultura 2014-2020” dove erano previste somme per laboratorio didattico oltre a somme per eseguire gli  scavi didattici. Il nostro è un cantiere aperto  dove centinaia di persone settimanalmente visitano gli scavi, con visite guidate da personale preparato sia in termini di struttura architettonica, sia anche in termini di reperti. Un’archeologia quindi non fatta solo per le èlites e per gli addetti ai lavori ma una struttura pubblica quale noi siamo ha il dovere di far conoscere il patrimonio coi mezzi più adeguati perfino nel linguaggio della comunicazione. Quest’anno abbiamo avuto più visitatori dell’anno passato e il surplus lo utilizziamo per gli scavi. Metteremo 340mila euro nel progetto che stiamo appaltando e ci consentirà  di proseguire lo scavo. Si è aperta una ulteriore possibilità all’interno del Parco per ulteriori finanziamenti e immediatamente abbiamo presentato un progetto per l’importo di 2milioni di euro. Speriamo che ce lo finanzino”.

Oltre al teatro quindi  ci sono altri scavi in programma.

“Ci sono altri due scavi che sono finanziati sempre col Pon cultura gestito dal ministero direttamente. Uno nell’area del Tempio romano e l’obiettivo è quello di completare lo scavo del tempio, restaurare le parti necessarie e in più siccome ci troviamo dentro una grandissima piazza porticata il nostro obiettivo è ricostruire il piccolo pezzetto di questo portico utilizzando i blocchi già esistenti per una fruizione quanto più possibile. L’altro scavo finanziato e in fase di appalto è relativo al  quartiere ellenistico romano dove abbiamo fatto dei primi saggi esplorativi ed è venuto fuori la prima “terma romana”. Da questo ritrovamento vorremmo ampliare e mettere in luce l’assetto della città  a ridosso e dentro l’agorà nel periodo ellenistico romano”.

I reperti  del teatro cosa segnalano di importante?

“Stiamo procedendo attraverso la verifica di alcune indicazioni che ci  venivano da un  sondaggio geologico che avevamo realizzato e che ci indicava alcuni punti da attenzionare che erano coerenti col disegno del teatro.  Stiamo verificando le corrispondenze che sono positive, per questo siamo soddisfatti del lavoro che stiamo svolgendo. Si comincia a profilare  la struttura teatrale nel suo complesso sia da un punto di vista planimetrico ma anche in elevato”.

Inevitabilmente il Parco è diventato un “ministero con portafoglio” da cui molti vogliono  attingere. Vi siete fatti carico dell’organizzazione della Sagra del mandorlo che ha bisogno non solo di finanziamenti ma di uno scavo al suo interno per riprendere valori sommersi che non si è stati capaci di portare alla luce.  Una Sagra che coi tempi che corrono ha assunto un grande valore politico per i rapporti internazionali, forse ci vorrebbe l’aiuto del ministero degli esteri visto la complessità dei rapporti con popoli a noi vicini. Inevitabile l’inserimento della diplomazia anche se noi siamo stati sempre generosi e abbiamo dato il “tempio d’oro” all’Argentina nell’anno in cui le madri di Plaza de majo urlavano per la scomparsa dei loro congiunti. Oggi inviteremmo l’Egitto, per esempio? Avete formato un “trust di cervelli” che tiri fuori risorse più adatte ai tempi  e al futuro dell’immagine di Agrigento?

“Si, i tempi sono cambiati ma la sensibilità è la stessa, all’epoca c’era il problema Argentina oggi ce ne saranno altri. Le nostre linee guida vogliono far emergere , soprattutto il valore simbolico, quella potenza che esprime il nostro tempio della Concordia che è anche il luogo  della Valle da cui San Giovanni Paolo II lanciò l’anatema contro la mafia.  A proposito, stiamo costruendo un “Giardino dei Giusti” dove le persone che hanno speso la loro vita per una giusta causa trovino un luogo della memoria. Sono cose che non facciamo da soli ma con associazioni e istituzioni. L’obiettivo che ci siamo posti per la Sagra è quello che il Parco della Valle dei templi possa dialogare, come ha già iniziato a fare, con l’altro  patrimonio dell’umanità riconosciuta dall’Unesco che sono i beni immateriali. Quindi che questo luogo diventi un ulteriore simboli di relazioni culturali nel mondo  con percorsi già riconosciuti come patrimoni dell’umanità per diventare scrigno di altri patrimoni importanti quanto la Valle dei Templi”.

Per quanto riguarda il ciclo degli spettacoli estivi sul pianoro di Giunone, pensate di dotarlo  di quei servizi che oggi mancano  per renderlo più accogliente?

“I dati  degli spettacoli sono positivi, l’anno scorso abbiamo avuto l’affluenza di 15mila spettatori. Nella programmazione del Parco c’è anche un progetto di rivisitazione dell’intera area di approccio dall’ingresso del tempio di Giunone. Faremo un bando di concorso internazionale di architettura che possa individuare le migliori soluzioni per risolvere problemi sia funzionali e sia formali. Nel bilancio abbiamo tutte le risorse per farlo”.

Parteciperete al concorso per il paesaggio del Mibact.

“Il Mibact ha bandito un concorso per i paesaggio d’Europa indirizzato al luogo che ha saputo meglio interpretare, restaurare e far vivere il paesaggio.  Parteciperemo a questo bando che scade fra qualche settimana e noi siamo particolarmente orgogliosi che il ministero fra le tante città italiane e tanti luoghi abbia scelto la Valle dei Templi. Segno che apprezzano il nostro lavoro. Noi siamo sempre disponibili a tutte le collaborazioni”.

In tema di collaborazioni, mi consenta suggerirle per la Sagra del mandorlo in fiore l’inserimento  tra i tanti eventi, dell’orchestra israelo-palestinese diretta da Barenboim. Se vi riesce invitarla sarebbe una bella provocazione e un gran segnale per una Sagra di popoli e di pace.

“Senz’altro, accolgo la proposta e la ringrazio,  cercherò di saggiare  la fattibilità dell’operazione”.

State curando per la città l’operazione Palacongressi , centro di comunicazione insostituibile  che da tempo ci è stato sottratto dalle inadempienze amministrative regionali. A che punto sono i lavori?

“Il Palacongressi ci è stato affidato dall’ultima legge finanziaria e che ha prescritto che il 10% degli incassi del Parco sia destinato alla gestione del Palacongressi. Naturalmente la prima azione da fare era quello di metterlo in sicurezza e poterlo riaprire. Siamo stati impegnati in una progettazione abbastanza complessa perché si tratta di un organismo architettonico molto articolato con sistemi di sicurezza avanzati che bisogna mettere in funzione. Abbiamo quasi concluso l’iter progettuale, nei prossimi giorni pubblicheremo il bando per interventi di ripristino e manutenzione. Attraverso questi fondi e progetti confidiamo che nel più breve tempo possibile arriveremo all’apertura del Palacongressi”.