Processo Lombardo: il fiume in piena del pentito Tuzzolino

Ieri Grandangolo vi ha informato in tempo reale della prima deposizione pubblica del collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino, l’architetto agrigentino che frequentava i salotti buoni e cattivi di mezza Sicilia.

Oggi pubblichiamo il pregevole articolo di Simona Scandura, direttore di Sudpress, che coglie nel suo complesso il significato dell’importante udienza.

“Un dirigente della società dell’Enel in realtà uomo dei servizi segreti, la massoneria e gli incontri con Lombardo grazie all’intervento di Patrizia Monterosso. Le riunioni nelle ville lussuose tra politici e mafiosi per procurare voti al presidente. La loggia Occulta Sicilia. 

Giacca blu puffo e camicia bianca. I capelli sono lucidi e pettinati. L’architetto GiuseppeTuzzolino, massone in sonno, è Il teste chiave dell’udienza che si è svolta all’interno dell’aula Bunker del carcere Bicocca di Catania.

Tuzzolino, seduto di spalle, dalla sua località protetta, si è messo in tiro per rispondere all’esame del pm Agata Santonocito e al controesame della difesa di Raffaele Lombardo rappresentata dall’avvocato Alessandro Benedetti.

In programma provvisorio di protezione dal 2 aprile del 2015 e dichiarante dal 2013, Tuzzolino è stato detenuto per reati di truffa, turbativa d’asta e falso ideologico provvedimenti presi dal tribunale di Agrigento.

“Inizio a collaborare con Palermo nel 2013 dopo la fine degli arresti domiciliari, all’inizio rifiutai la protezione dello Stato, non mi sentivo ancora pronto per affrontare questo stile di vita e non avevo alcuna intenzione di collaborare per rendere dichiarazioni su Matteo Messina Denaro, ma poi ho cambiato idea”.

Tuzzolino ripercorre i rapporti che il suocero, l’architetto Calogero Baldo, ha con le famiglie di Cosa Nostra e anche quelle della Stidda.

“Per Catania referente era la famiglia Aiello, con i fratelli Vincenzo e Alfio che rappresentavano la famiglia Santapaola”

Racconta di numerosi appalti tra cui uno al Policlinico di Catania “gestito interamente dalla mafia” e poi l’appalto del comune di Gravina sulla gestione delle pratiche di sanatoria edilizia.

Sul Policlinico Tuzzolino afferma che Aiello gestiva i lavori e distribuiva i subappalti insieme al geologo Giovanni Barbagallo, sempre dichiaratosi molto intimo ed amico di Raffaele Lombardo e Angelo Lombardo:  ”lavorarono diverse imprese, cambiavano fornitori in quel caso, perché bisognava fare lavorare tutte le famiglie, ricordo la ditta Lo Re, Pozzobon di Bosco e la Cogip Holding di Domenico Castronovo. Un lavoro diretto da Giovanni Romiti iniziato nel 2003 completato nel 2013. La mafia portò le imprese, una per una”.

Il geologo Giovanni Barbagallo, considerato il collante tra mafia e politica, incontrato nel 2007 tramite l’ingegnere Giovanni Romiti, avrebbe quindi messo a disposizione il comune di Gravina di Catania che afferma Tuzzolino “era interamente nelle mani della mafia. Li con quell’appalto si dava la possibilità al cittadino di sanare le pratiche insanabili.

“Su Gravina di Catania c’era anche Alfio Stiro reggente di Cosa Nostra catanese che aveva agganci con due diverse amministrazioni di Gravina. Lo Stiro era un uomo che gestiva le cose più importanti del comune”.

Tuzzolino racconta di due incontri con Lombardo entrambi organizzati all’alba. Uno alle 5.45 l’altro alle 6.30.

Il primo riguardava le RSA di Grammichele, un investimento da un milione e ottocento mila euro.

“Siamo andati da Lombardo con Baldo e subito dopo venne la Monterosso, noi volevamo aggiudicare la direzione dei lavori e volevamo capire se potesse sbloccare i fondi ex articolo 20. Volevamo capire quali erano le intenzioni di Lombardo e se ci fosse una tangente.  Lui ci mise in contatto con il dottore Sirna, il commissario dell’Asp 3.”

“L’altro si riferisce al tribunale di Marsala, in questo caso avevamo bisogno capire se c’era la possibilità dello sblocco dei fondi. L’appalto era finanziato sia dal comue che dalla provincia che dalla Regione, un appalto di 13 milioni di euro. Fu un incontro organizzato anche questa volta dalla dottoressa Patrizia Monterosso”.

Parla ancora Tuzzolino e spiega il ruolo di Patrizia Monterosso che avrebbe preso collane Cartier e orologi Rolex.

Un affare sul fotovoltaico gestito da Patrizia Monterosso avrebbe coinvolto anche la Safab, un ditta in cui Lombardo avrebbe avuto delle quote occulte. Per questo affare servivano400 mila euro circa. Tuzzolino racconta che a riferire delle quote occulte della ditta fu Leonardo Rinaldi a Milano, che è un dirigente di una società dell’Enel della Green power, ma in realtà è un agente dei servizi segreti vicino a Raffaele Lombardo. Per questo affare la tangente versata da Tuzzolin è stata di 40 mila euro presa direttamente dalla cassa della loggia occulta Sicilia “Una loggia nella loggia che gestisce affari”.

Tuzzolino racconta anche di tre diversi incontri per sostenere Raffaele Lombardo tenuti in ville lussuose a Palma di Montechiaro, a Farava e a Canicattì. Incontri a cui partecipavano i più grossi mafiosi, compresi latitanti, sorvegliati speciali e uomini imputati per omicidio.  A chiedere l’appoggio per il presidente era l’onorevole Roberto Di Mauro deputato dell’Mpa.

Prende infine la parola Raffaele Lombardo facendo delle dichiarazioni spontanee gli incontri che si sarebbero verificati nel 2008: “Non ho mai sentito parlare né di Tuzzolino, né di Baldo, né  di mafiosi citati. Sulla Rsa di Grammichiele, posso affermare di non essermi mai occupato dei finanziamenti ex articolo 20 all’epoca dei fatti l’assessore era Massimo Russo. La progettazione delle RSA viene affidata tramite appalto all’architetto Amore nel 2003. In questi tempi il direttore generale era il direttore Ragona il dottore Gaetano Sirna si insedia dopo il 2011. Il Palazzo d’Orleans  è presidiato da poliziotti e provvisto di numerose telecamere. Non mi sono mai occupato del Tribunale di Marsala, perché la regione non finanzia la costruzione di tribunali”.