Processo Lombardo, testimonia Baldo: “Tuzzolino? Cocainomane e frequentatore di prostitute. Ha pure picchiato mia figlia”

Oggi, nell’ambito del processo d’appello che vede imputato l’ex leader del Mpa ed ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, condannato in primo grado a sei anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa, che si celebra davanti la Terza sezione penale della Corte d’Appello di Catania, nell’aula bunker di Bicocca, sono stati interrogati due testimoni eccellenti, chiamati dalla difesa dell’ex governatore, rappresentata dagli avvocati Filippo Dinacci e Alessandro Benedetti, che hanno raccontato e smentito quanto sostenuto del pentito agrigentino Giuseppe Tuzzolino, l’architetto che si definisce stretto collaboratore del boss Matteo Messina Denaro.

Due testimoni eccellenti, dicevamo, e lo sono davvero vista la loro caratura e visto il coinvolgimento in gravi fatti criminali come raccontato dall’architetto-pentito.

Il primo è Calogero Baldo, ex suocero di Tuzzolino, il secondo è Giovanni Romiti, leader di Politecnica spa, ripetutamente e pesantemente tirati in ballo dal collabotatore.

Baldo, titolare della Well tech, assistito dall’avvocato Valentina Catellucci, è stato un vero e proprio schiaccia-sassi, triturando nel gorgo dell’ignominia l’ex parente e svelando attitudii e comportamenti che nessun Pm sino ad oggi aveva posto all’attenzione.

Baldo, visibilmente provato e commosso, quasi a rasentare il malore, ha raccontato non solo le vicende professionali di Tuzzolino, assunto con un contratto Co.co.co solo perché era il fidanzato della figlia del capo, ma incapace di svolgere bene il suo mestiere oltre che non portato, svogliato, inconcludente (giudizio di Baldo), ma andando oltre raccontando il dramma umano vissuto dalla sua famiglia e dalla figlia Valentina che per qualche anno ha condiviso affettività e tetto (e denari) con Tuzzolino.

Racconta Baldo (oltre a dedicarci immeritatamente qualche citazione negativa)  che quando la figlia Valentina si innamorò di Tuzzolino, quest’ultimo, senza arte e ne parte, entro a far parte della famiglia Baldo.

Inevitabili i vantaggio: un lavoro e casa comune con i Baldo, molto altro. Professionalmente, racconta Baldo, Tuzzolino non valeva nulla. Ma… C’era di mezzo Valentina.

La situazione precipitò quando nel 2010 l’architetto-collaboratore di giustizia, in occasione di un matrimonio celebratosi a Bergamo al quale partecipò con tutta la famiglia Baldo, rivelò di essere un cocainomane e frequentatore di ambienti di spacciatori. A ciò si aggiunse, venne fuori questo, che Tuzzolino, sempre secondo il racconto di oggi di Baldo, frequentava anche ambienti di prostituzione.

Per la famiglia Baldo fu un trauma e fece pressioni affinchè Valentina lasciasse Tuzzolino. Ma non andò così. La figliola dell’architetto Baldo preferì abbandonare casa per andare a vivere con Tuzzolino. In un albergo di San Leone, località balneare di Agrigento. Ma la convivenza esterna villa Baldo durò poco. Una notte Valentina chiamò i genitori affinchè venissero a prenderla. E quando la giovane fu davanti ai familiari la scena fu  terribile: la ragazza era stata picchiata selvaggiamente.

Da quel momento, anche Valentina decise di troncare di netto la relazione. E fu la fine sentimentale e professionale di Tuzzolino. Il suo futuiro cominciava a delinearsi: sarebbe diventato pentito.

Baldo si spiega così l’acredine e il livore manifestato dall’ex parente. E naturalmente smentisce ogni circostanza riferita da Tuzzolino sia i rapporti con la mafia, sia i rapporti con Lombardo che quelli con la massoneria (precisando: “Sono stato massone dal 1984 al 1985. Poi ho chiuso ogni contatto”).

Diciamolo pure, se Tuzzolino durante la sua deposizione sembrava, talvolta, convincente, Calogero Baldo, stamani lo è stato molto di più.

Altro massacro per il pentito Tuzzolino è arrivato dalla deposizione di Giovanni Romiti, leader della società Politecnica, chiamata in causa dal collaboratore più volte per appalti truccati e rapporti con la mafia. L’ingegnere, assistito dall’avvocato Giuseppe Scozzari, oltre a negare ogni tipo di legame con mafia, appalti truccati e quanto di illegale svelato da Tuzzolino ha candidamente affermato: “Se l’ex presidente Lombardo è l’uomo che vedo in quest’aula dietro di me, è la prima volta che lo vedo. Su Tuzzolino posso aggiungere che oltre ad essere professionalmente non valido (per noi era solo ed esclusivamente un passacarte – e solo in pochissime circostanze, e per nulla stimato), ha motivo di rancore nei nostri confronti non fosse altro perché è stato arrestato per le truffe al comune di Palma su nostra denuncia. Una lettera anonima ci aveva avvertito: Tuzzolino è un truffatore. Ed in effetti, dopo una nostra indagine interna abbiamo scoperto che era così. Abbiamo fatto la denuncia, siamo stati interrogati dal Pm di Agrigento, Luca Sciarretta, e Tuzzolino è stato arrestato”

Romiti continua: “Sapete cosa faceva Tuzzolino a Palma? Concedeva concessioni edilizie a chi non poteva averne. Chiedendo in cambio soldi e rilasciava falsi bollettini postali di pagamento. Noi abbiamo scoperto un centinaio di casi. Centinaia di migliaia di euro intascati illecitamente. E quando scriveva al Comune di Palma o alle sue vittime, usava la carta intestata falsificata di Politecnica indicando il suo conto corrente personale”.

A giudicare dalle espressioni dei giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello, qualcosa Baldo e Romiti hanno minato. Ed entrambi, senza volerlo, hanno migliorato la posizione dell’ex governatore Raffaele Lombardo che, oggi, non ha voluto fare dichiarazioni spontanee.

Il processo riprenderà il prossimo 7 giugno. E sarà un’altra udienza campale: verranno interrogati Giuseppe Arnone, già vicesindaco di Licata, l’uomo dei servizi segreti, tal Riccardi, e il carrozziere di Agrigento, Giosuè Sciabica, che nei racconti di Tuzzolino sembrerebbe da solo più potente di un cartello dei narcos.

Ne vedremo delle belle.