Ravvedimento del killer Puzzangaro nulla a che vedere con Pace. La cognata: “Lui non si è pentito, sconta ergastolo”

Era alla guida dell’auto con a bordo i killer, che si mise di traverso nella carreggiata che da Canicattì porta ad Agrigento, costringendo il giudice Rosario Livatino a scendere dalla propria vettura e a tentare una impossibile fuga nella scarpata tra spine, sterpaglie e massi prima di essere colpito a morte da Domenico Pace, un altro dei quattro componenti del commando di fuoco.

Ora Gaetano Puzzangaro, condannato all’ergastolo per l’omicidio del ‘giudice ragazzino’, s’è pentito. Nel carcere di Opera, dove è rinchiuso, ha abbracciato un percorso di ravvedimento: lo scorso anno ha scritto una lettera riservata al cardinale Franco Montenegro chiedendo perdono a Dio e ammettendo di aver fatto parte del commando.

La missiva è stata tenuta segreta fino a ora. Il nome di Puzzangaro è finito tra gli ultimi due testimoni che la Postulazione della causa di beatificazione del giudice Livatino sentirà prima di dare il via libera e mandare tutti gli atti in Vaticano. Nessun ravvedimento, invece, per Domenico Pace, il killer che sparo’ il colpo mortale contro il giudice, rinchiuso nel carcere di Sulmona, con una condanna all’ergastolo. Giusi Tornambè, cognata e tutrice di Pace, dice: “Domenico non si è pentito, sta scontando l’ergastolo. Già due mesi fa avevo smentito la notizia che anche Pace avesse scritto una lettera, associandolo a Gaetano Puzzangaro: sono costretta nuovamente a intervenire per smentire. Basta con quest’associazione continua tra Puzzangaro e Pace”.