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Sea Watch forza blocco: è davanti Lampedusa; Salvini : “Mi sono rotto le palle” (ft e vd)

“Basta, siamo entrati”. Così, la nave Sea watch su Twitter. “La colpa: essere stati soccorsi da una Ong – dice -La punizione: friggere sul ponte di una nave per settimane. Rifiutati e abbandonati dall’Europa. Intanto sono più di 200 le persone sbarcate nei giorni scorsi a Lampedusa. Basta, siamo entrati”.  

Il comandante ha deciso di entrare a Lampedusa? Sappia che l’autorizzazione allo sbarco non c’e’, schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini e’ sacra”.

Lo dice il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini annunciando che non consentira’ alla Sea Watch di approdare a Lampedusa. “Se in Europa esiste qualcuno ora li dimostri, se c’e’ governo ad Amsterdam con un po’ di dignita’ lo dimostri”, ha aggiunto il ministro.

Una motovedetta della Guardia di Finanza e una della Guardia costiera, come apprende l’Adnkronos, stanno raggiungendo in questi minuti la nave Sea watch 3 per intimare l’alta alla imbarcazione, che ha annunciato di volere superare le acque territoriali per lo sbarco dei 42 migranti a bordo. Le due motovedette chiederanno alla Sea watch di fermarsi. In caso contrario, la nave della Ong, al suo arrivo a Lampedusa rischia il sequestro amministrativo. 

L’ingresso della Sea Watch nelle acque italiane fa scattare per la prima volta contro una ong le misure contenute nel decreto sicurezza bis fortemente voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, proprio per contrastare in modo più efficace l’attività delle navi umanitarie.

Sono i primi due articoli, in particolare, ad introdurre alcune novita’. Il primo assegna al ministero dell’Interno il potere di “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica” oppure quando si concretizzano le condizioni previste dalla Convenzione Onu sul diritto del mare riguardo al “passaggio non inoffensivo” di una nave perchè fa “il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero”. Nel caso della Sea Watch, l’alt all’ingresso nelle acque italiane è stato intimato da una motovedetta della Guardia di finanza. Se il divieto di ingresso non viene rispettato – come oggi per la Sea Watch – scatta l’articolo 2 del dl che applica al comandante e, “ove possibile, all’armatore e al proprietario della nave”, la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 10.000 a 50.000 euro. In caso di reiterazione commessa con la stessa nave, si applica anche “la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare”.

All’irrogazione delle sanzioni, “accertate dagli organi addetti al controllo, provvede il prefetto territorialmente competente”. Cioè quello di Agrigento per la Sea Watch.

La Prefettura di Agrigento, in attesa di direttive da parte del Viminale, sta monitorando l’evolversi dei fatti legati alla Sea Watch3. “Attendo direttive da Roma”, ha confermato il prefetto di Agrigento, Dario Caputo.

Proprio il prefetto potrebbe elevare le multe, che vanno da un minimo di 10 mila ad un massimo di 50 mila euro, previste dal Decreto di Sicurezza. Il decreto prevede sanzioni amministrative per il comandante, per l’armatore e per il proprietario dell’imbarcazione.