Sindaco di Licata: “Ho affrontato ore terribili. Atto vile, non starò più in silenzio”

“Ammettere di vivere oggi un momento difficile non penso possa essere tradotto in un segno di debolezza. Lo sto affrontando insieme alla mia famiglia, con la quale ho condiviso ore terribili. Certamente mi sostengono le manifestazioni sincere di affetto e solidarietà, così come le dure condanne al gesto vile e vergognoso mi aiuteranno ad andare avanti e mi sosterranno nel percorrere la strada che ho scelto, che è quella della buona amministrazione rispettosa della legalità e delle regole”. Lo scrive su Facebook Angelo Cambiano, sindaco di Licata (AGRIGENTO) dopo la visita di solidarietà ricevuta dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, arrivato dopo l’attentato alla casa di campagna della famiglia del giovane sindaco. “Mi hanno rafforzato la presenza delle Istituzioni dello Stato e delle Istituzioni locali. Mi hanno colpito i messaggi pervenuti da semplici cittadini del Piemonte, del Veneto e dall’Italia tutta – dice Cambiano – Ringrazio tutti voi per ogni sentimento di positività trasmessomi con le centinaia di post. Con la vostra vicinanza, con il senso di rabbia e sgomento che avete espresso, mi avete aiutato a capire che non sono da solo e, cosa più importante, mi avete trasmesso la voglia di giustizia sociale che è degli italiani onesti, di riscatto di crescita del progresso civile di un intero territorio”. “Non posso negare di essere stato combattuto tra la voglia di andare avanti e quella di fare un passo indietro e tutelare, non me, ma la mia famiglia – dice – Dimettermi forse sarebbe la cosa più sensata e comprensibile, ma i vostri “non mollare” sono arrivati come pugni allo stomaco. Ma non voglio deludere la mia gente, ho promesso un cambiamento e sapevo che non sarebbe stato facile, certo non avrei mai pensato che si potesse arrivare a tanto. Per mesi ho subito in silenzio gli attacchi di chi per solo vantaggio personale aizzava per un motivo o per un altro la gente con i “discorsi da bar”. Ma oggi voglio dire che non starò più in silenzio. Il silenzio ha ucciso per tanti anni questa città, violentata giorno dopo giorno dal “non dire””.

“Oggi invece io vi ringrazio perché il vostro esporvi, il vostro affetto che è arrivato forte e chiaro, mi ha dimostrato che Licata non è una città che vuole stare in silenzio: Licata è una città che vuole urlare, che vuole cambiare – conclude – Chi pensa di avermi distrutto con questo atto vile e disonesto non ha capito che non ha colpito solo me e la mia famiglia, ma tutta la società sana della nostra città, che con semplici, quanto veri messaggi di solidarietà mi ha dimostrato che non sono un folle nel credere che Licata possa cambiare. Chi pensava di buttarmi giù non ha fatto i conti con la città, quella città che ti si stringe addosso in situazioni simili e che ti chiede di ripartire dalle macerie. Colpire un uomo, un padre, un membro della comunità con simili atti intimidatori è da vili e da vigliacchi, ma sarei altrettanto vigliacco se cedendo a tali atti facessi un passo indietro. Vorrei avere la possibilità di ringraziarvi uno per uno, perché mostrate quanto altro sia Licata, quanto splendidi siano i Licatesi, quanto cuore e quanta solidarietà abbiano da donare. Io da solo non sono nessuno ma insieme siamo una forza inarrestabile, insieme, solo insieme possiamo costruire dalle macerie una città diversa”. “Voi siete la mia gente, siete quel popolo caldo e accogliente che grida riscatto morale e io, primo cittadino, sono e voglio essere solo un umile servo non di chi vuole e prova a mettermi paura ma dei miei cittadini, quelli onesti, e sono tanti. La paura c’è stata e anche il pensiero che questo possa essere solo l’inizio di una grande battaglia non mi rende oggi sereno. Ma sulla paura vince la voglia di riscatto – dice – La mia grande possibilità non è, come dicono alcuni, quella di stare “attaccato alla poltrona”, chi mi conosce sa che io non ho bisogno della poltrona, ma tra pochi mesi diventerò padre e da uomo, da padre so che quella che Licata mi ha offerto è una grande possibilità perchè fare bene oggi significa poter guardare negli occhi mio figlio domani e dire con orgoglio “io ho lottato per una città migliore anche per te”.