Agguato in Belgio, il favarese Di Stefano già operato 2 volte: proseguono indagini

Sono state ricostruite, defintivamente, dagli inquirenti le fasi dell’agguato del 14 settembre avvenutoa a Liegi in Belgio, nel quartiere Outremeuse all’interno di un condominio al n° 10 Saint-Julien Street, tra Puits-en-Sock Street e la Liberty, agguato dove ha perso la vita l’empedoclino Mario Jakelich, 28 anni,  e dove è stato ferito il favarese Maurizio Di Stefano, di 40 anni. Sarebbe stato un colpo alla testa ad uccidere l’Empedoclino, un colpo che lo ha raggiunto alla nuca, mentre una pioggia di colpi sono stati indirizzati verso il favarese che ha “ricevuto” ben tre pallottole in varie parti del colpo. A proposito di Di Stefano, si trova ricoverato tutt’ora in uno ospedale della città dove è avvenuto l’agguato ed è stato già operato due volte. L’ultima per l’estrazione di un proiettile dal piede. Proprio sul favarese contano gli investigatori belgi e agrigentini per far luce sulla vicenda e ricostruire in maniera chiara ed inequivocabile ciò che è successo. I due non sarebbero legati alla criminalità organizzata. Maurizio Di Stefano, inteso “Furia”, in passato ha gestito un bar tra Villaggio Peruzzo e San Leone ad Agrigento, e adesso sarebbe stato intenzionato ad occuparsi di una gelateria, o di un’ altra attività commerciale, in Belgio, dove da decenni emigrano tanti siciliani, e altrettanti agrigentini. Mario Jakelich e Maurizio Di Stefano sarebbero stati in Belgio alcuni giorni prima della sparatoria ad opera, si ipotizza, di 2 killer armati di una pistola e di un fucile.  La pista privilegiata dagli inquirenti è quella legata al traffico di stupefacenti.