Agrigento, processo bancarotta Burgio: settanta costituzioni di parte civile

E’ ripresa, come da calendario, oggi l’udienza che vede l’ex re dei supermercati, Giuseppe Burgio, accusato di bancarotta fraudolenta.
L’inchiesta, denominata “Discount” ed eseguita dal Guardia di Finanza di Agrigento, parla di una distrazione di beni che ammonta a 50 milioni di euro, una bancarotta fraudolenta che a memoria non ha eguali nella storia agrigentina.
L’indagine muove i primi passi tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012.
Davanti al presidente del collegio, Luisa Turco, si è assistito ad una pioggia di richieste di costituzione di parte civile, come peraltro preannunciato nell’ultima udienza (30 maggio) rinviata per un difetto di notifica. In tutto quasi una settantina, 56 in un’unica costituzione a cui se ne aggiungono un’altra decina. Quasi tutti sono ex dipendenti.
L’imputato, presente in aula (seppur all’interno del gabbione), ha potuto rivedere i suoi ex dipendenti ed anche i familiari giunti apposta in tribunale.
Le indagini, che avevano come oggetto Burgio, finiscono, inevitabilmente, per concentrarsi sull’Unicredit che per la Procura, inspiegabilmente, ha permesso di fatto al gruppo imprenditoriale di continuare le proprie attività.
In totale sono quattro le società coinvolte nella bancarotta: la “Cda spa”, sicuramente quella più di rilievo, la “Gestal srl”, la “Ingross” e “G.S.B srl”.

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