Abusivismo: sanatorie truccate e mazzette a Licata, 19 avvisi di garanzia (tutti i nomi)

Colpo all’abusivismo edilizio a Licata. Il gruppo di lavoro “edilizia e demolizioni” della Procura della Repubblica d Agrigento, coordinato dal procuratore Luigi Patronaggio e dai sostituti Simona Faga e Alessandra Russo, ha delegato i carabinieri di Licata per la notifica di 19 informazioni di garanzia per i reati di falsita’ in atto pubblico e per violazioni della normativa urbanistica ed edilizia.
Le informazioni di garanzia si sono rese necessarie per mettere gli indagati in grado di difendersi dalle risultanze probatorie scaturite dalla consulenza tecnica disposta dal Pm in materia urbanistica dalla quale è emerso che numerose sanatorie concesse dal Comune di Licata sono illegittime in quanto emesse sulla base di documentazione falsa, ovvero in base ad una lettura illegittima delle ritrazioni aerofotogrammetriche dei luoghi.
Questi gli indagati: Grazia Curella, 69 anni di Licata; Gaetano Curella, 63 anni di Licata, Filippo Curella, 58 anni di Licata; Marco Cacopardi, 49 anni di Palermo; Gaetano Alaimo, 73 anni di Canicattì; Angela Cellura, 73 anni di Licata; Angela Incorvaia, 88 anni di Licata; Carmelo Bonelli, 81 anni di Licata; Angelo Cambiano, 59 anni di Licata, vicecapo dell’Ufficio tecnico; Giuseppe Vicari, 54 anni di Licata, dipendente Utc Licata; Filippo De Marco, 74 anni di Ravanusa; Giacomo Scicolone, 57 anni di Licata; Salvatore Russello, 71 anni di Licata; Giuseppe Alabiso, 76 anni di Licata; Calogera Catanese, 73 anni di Campobello di Licata; Giuseppe Sferrazza, 73 anni di Camponello di Licata; Rosalia Cantavenera, 72 anni di Licata; Giovanni Gurreri, 92 anni di Naro; Francesco Vedda, 92 anni di Licata.
Il sindaco Angelo Cambiano è stato oggetto in passato di numerose intimidazioni dopo le sue prese di posizioni contro gli abusivi ed oggi dichiara:”Ho piena fiducia nell’operato della magistratura. Se sono state accertate delle irregolarità all’interno della pubblica amministrazione, giustizia venga fatta”.
Dalla consulenza e dall’acquisizione di documentazione presso gli uffici del Comune di Licata è stato possibile appurare, infatti, che molti immobili, alcuni dei quali edificati entro i 150 metri dalla battigia, non potevano essere edificati e conseguentemente “sanati”. L’attività investigativa della Procura della Repubblica di Agrigento, coadiuvata dai carabinieri della compagnia di Licata e dai carabinieri della locale sezione di Pg, si affianca all’attività di demolizione portata avanti in questi ultimi due anni dalla Procura e dal Comune di Licata, in modo, spiega l’ufficio giudiziario, “che non vengano lasciate impunite attività edilizie illecite poste in essere in dispregio alle vigenti disposizioni di legge e agli strumenti urbanistici”.
L’attività investigativa, spiega inoltre la Procura, si pone come “obiettivo finale” di verificare la legittimità di tutta una serie di permessi a costruire e di sanatorie rilasciate in questi anni, “atteso che molti cittadini hanno lamentato una presunta disparità di trattamento tra quanti hanno subito la sanzione della demolizione e quanti, attraverso false e compiacenti attestazioni, sono riusciti a fare salva la propria abitazione illecitamente realizzata”.
Le indagini, ancora in corso, sono infine indirizzate ad accertare l’esistenza di eventuali pagamenti di tangenti per il rilascio di atti amministrativi illegittimi di favore.

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