Agrigento, processo “La carica delle 104”, chieste pesanti condanne per medici e pazienti

Due anni di reclusione chiesti per Antonino Cinà, 59 anni, medico otorino; 4 anni e 6 mesi per Antonia Matina, 59 anni, di Favara, ortopedico; 3 anni per Giuseppe Cuffaro, 35 anni, di Raffadali, paziente accusato di avere corrotto i medici per ottenere un falso certificato; 3 anni e 4 mesi per Patrizia Ibba, 39 anni, di Raffadali; 3 anni per il fratello Roberto di 42 anni; accusati pure di avere ottenuto un falso certificato; 2 anni e 6 mesi per altri cinque imputati ai quali pure di avere “comprato” dei certificati medici che attestavano una falsa patologia: Domenico Giglione, 48 anni, di Raffadali; la madre Eleonora Moscato, 82 anni; Giuseppa Barragato, 42 anni, di Palma; Vincenzo Gaziano, 64 anni, di Agrigento, e Giuseppe Aquilino, 57 anni, di Palma.
Tutti sono rimasti impigliati nella rete giudiziaria dell’inchiesta “La carica delle 104” con il relativo processo che si sta celebrando davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto. A chiedere le pene è il Pubblico ministero Andrea Maggioni che l’inchiesta ha seguito passo dopo passo.
L’inchiesta descrive la presunta “fabbrica” di falsi invalidi, in alcuni casi scoperti con le immagini impietose delle telecamere che hanno filmato le sceneggiate degli arrivi per la visita davanti alla commissione in ambulanza e barella, salvo poi scendere a piedi, convinti di non essere visti – ha concluso la requisitoria per i dieci imputati dell’inchiesta che hanno scelto il giudizio abbreviato.
Il Gup Stefano Zammuto ha rinviato al prossimo 20 ottobre.

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