Agrigento, violenza sessuale su minore: processo a rischio

Rischia di essere azzerato il processo a carico di F.D., agrigentino di anni 40, imputato innanzi alla Sez. II^ Collegio I°, presieduto dal Presidente Giuseppe Miceli, per presunta violenza sessuale sulla nipote minorenne, che insieme alla propria famiglia vive in Lombardia. I fatti risalirebbero all’estate 2014, quando la minore con il proprio nucleo familiare si era recata ad Agrigento per trascorrere un periodo di ferie a casa di alcuni parenti tra cui lo zio.

Nel corso dell’udienza dibattimentale del 27 febbraio, destinata all’audizione di alcuni zii della minore, già sentita insieme al padre nelle precedenti udienze, la difesa dell’imputato, costituita dagli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, ha sollevato un eccezione tecnica che a fase dibattimentale inoltrata rischia di azzerare il processo.

All’udienza precedente l’Ufficio dell’accusa, cui si era associata la parte civile, assistita dall’avv. Olindo Di Francesco, aveva chiesto la modifica del capo d’imputazione mediante la contestazione di alcune circostanze prima non indicate e rilevanti ai fini della qualificazione penale del fatto di reato.

Gli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello si sono opposti alla richiesta di modifica del capo d’imputazione, assumendo che ne difettavano i presupposti tecnici, rilanciando con una eccezione di nullità del decreto che ha disposto il giudizio, in quanto in esso sarebbe stata contestata una condotta che, senza le ulteriori circostanze, solo oggi indicate dal P.M., non aveva neppure rilevanza penale. Infatti, assumono i legali, avere rapporti sessuali con minore di anni sedici ma maggiore di anni quattordici, di per sé non è reato, se non esiste una particolare relazione che lega l’autore alla vittima.

Il Tribunale, dopo una breve camera di consiglio, ha deciso di rinviare al 27 marzo la decisione sull’eccezione della difesa che, se accolta, imporre di ricominciare da capo.