Blitz “Kallipolis”, imponevano buttafuori nei locali: sgominato clan mafioso (vd)

Su delega della Direzione distrettuale antimafia di Catania,  i Carabinieri  del Nucleo  Investigativo  di Catania hanno  eseguito  un’ordinanza  di custodia  cautelare,  emessa  dal Gip  presso  il Tribunale  di Catania nei  confronti  di dodici  persone  tutte  ritenute  appartenenti  al gruppo criminale facente capo a Pietro Carmelo Olivieri, operante sui territori di Castiglione di Sicilia, Giarre e Fiumefreddo di Sicilia, affiliato al clan mafioso Santapaola – Ercolano e dedito   alla   commissione    di   delitti   contro   il patrimonio, allo spaccio di sostanze stupefacenti,  attività  finalizzate  all’arricchimento  del  sodalizio  nonché  all’acquisizione, controllo  e gestione  del tessuto  economico  locale. Agli  indagati  sono  stati  contestati,  a vario titolo, i reati di associazione per  delinquere  di tipo mafioso,  detenzione e spaccio  dì sostanze  stupefacenti,  detenzione  e  porto  illegale  di  armi  e rapina,  reati  aggravati  dal metodo   mafioso. A ristoranti e locali da ballo veniva imposta l’assunzione di affiliati come buttafuori e addetti alla sicurezza.

Alessandro Sligato
Alfio Di Grazia
Alfio Patanè
Francesco Pace
Giuseppe Calandrino
Leonardo Fresta
Luca Daniele Zappalà
Marco Miraglia
Paolo Patanè
Pietro Oliveri
Vito Fazio
Salvatore Brunetto

Le indagini hanno avuto inizio nel giugno del 2013 e si sono protratte sino al novembre 2014, periodo in cui i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania hanno monitorato, con indagini tecniche e di tipo tradizionale, le attività del sodalizio criminale e dei suoi associati. Le risultanze investigative hanno confermato in pieno la vitalità e l’operatività del clan, articolato nella classica struttura organizzata e verticistica il cui ruolo apicale, sul territorio di Giarre e Fiumefreddo di Sicilia era stato affidato dal defunto Paolo Brunetto, capo storico del gruppo, a Pietro Carmelo Olivieri, atteso che il fratello Salvatore Brunetto era costretto in tale periodo a domiciliare presso una struttura terapeutica di Marsala, per cui non poteva preservare l’egemonia territoriale del gruppo da potenziali pretese di altre organizzazioni criminali.

Le indagini hanno permesso di evidenziare le dinamiche operative poste in essere dal gruppo criminale per il controllo del territorio, mediante la realizzazione di reati contro il patrimonio, in particolare rapine, furti di veicoli e lo spaccio di cocaina e marijuana. Si è evidenziata inoltre una particolare modalità  di controllo degli esercizi commerciali  da  parte del gruppo, attraverso l’imposizione,  a ristoranti  e locali da ballo della riviera Jonico – Etnea, di impiegare alcuni affiliati come buttafuori addetti alla sicurezza, al fine di ostentare il capillare controllo delle attività economiche del territorio. Nel  pieno  delle attività  d’indagine,  sono stati acquisiti elementi indiziari  in ordine alla disponibilità di armi da parte del gruppo criminale, con l’arresto di Giuseppe Calandrino, trovato in possesso di diverse armi e munizioni, oltre alla responsabilità in capo allo stesso Giuseppe Calandrino, Alfio Di Grazia, Pietro Carmelo Oliveri, Alessandro Siligato e Luca Daniele Zappalà nella commissione di due rapine finalizzate a sovvenzionare le casse della cosca.

I riscontri investigativi, caratterizzati anche da attività tecniche di intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre a riprese video, hanno permesso di ricostruire minuziosamente i ruoli e il vissuto criminale del clan, evidenziando anche la particolare accortezza degli associati nell’evitare i controlli delle forze dell’ordine e la spasmodica ricerca di armi da fuoco di cui dotarsi per affrontare eventuali aggressioni di altri gruppi criminali antagonisti.

Dei 12 provvedimenti, 5 sono stati notificati in carcere ad altrettanti indagati, ristretti per altra causa.

Il blitz è stato denominato Kallipolis.