Cassazione rigetta ricorso Dda: cadono due accuse di tentata estorsione per Massimino

I giudici della Corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso della Dda (Pm Alessia Sinatra e Claudio Camilleri) che aveva impugnato le due estorsioni annullate dal Tribunale del Riesame riguardanti Antonio Massimino, 48 anni, di Agrigento, arrestato lo scorso 8 novembre, insieme ad un altro agrigentino, Liborio Militello, 49 anni, per episodi di presunte tentate estorsioni ai danni di un imprenditore agrigentino, dall’accusa di avere tentato di imporre l’assunzione di un operaio.
L’udienza celebratasi ieri mattina, presente l’avvocato Salvatore Pennica che assiste l’indagato, attualmente detenuto, in pratica ha confermato quanto disposto dai giudici del “Riesame” che avevano annullato due episodi di tentata estorsione su tre contestate ritenendo che «Non tutte le richieste provenienti da un mafioso sono estorsione».
Lo si evince, avevano scritto i giudici palermitani, dalla conversazione registrata dallo stesso imprenditore dove Massimino precisa di venire “come amico” e che “non era andato a quell’incontro per chiedere soldi dicendosi mortificato per avere effettuato quella raccomandazione”.
Massimino a questo punto dovrà rispondere di un singolo episodio: la presunta richiesta di pagamento di un debito che la vittima aveva nei confronti di un soggetto terzo, Salvatore Gambino, 46 anni, nativo della Città dei Templi, titolare di un impresa di impianti elettrici, che è stato pure indagato per tentata estorsione.
Sulla scorta del pronunciamento della Suprema Corte e sul fatto che, dopo l’analisi, da parte dei periti incaricati, della memoria del telefonino sequestrato ad Antonio Massimino (pare che nulla di rilevante sia uscito fuori) l’avvocato Pennica ha presentato stamane istanza di scarcerazione al Gip del Tribunale di Palermo.

L’avvocato Totò Pennica


Nella prossima settimana dovrebbero aversi sviluppi.

Loading…