Imprenditore di Canicattì scagionato accuse di mafia ma i suoi beni restano confiscati

Confisca dei beni confermata anche se scagionato dall’accusa di associazione mafiosa.

E’ quanto disposto dalla Corte di Cassazione nei confronti di Diego Gioacchino Guarneri, 49 anni, imprenditore di Canicattì, coinvolto nel marzo del 2014 nell’inchiesta denominata “Alta mafia” che portò all’emissione di 43 misure cautelari nei confronti di uomini d’onore, imprenditori e politici agrigentini.

Confermata dunque la confisca al patrimonio del 49enne, con la misura che di fatto blocca un patrimonio valutabile in circa un milione di euro. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso proposto dai legali del canicattinese.

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