Inchiesta “Mare Nostrum”, altri sette indagati tra cui Crocetta: “Nulla da temere e chiarirò”

Nell’indagine della Procura di Palermo, che ha portato alla custodia in carcere dell’armatore Ettore Morace, e agli arresti domiciliari per il candidato a sindaco di Trapani Girolamo Fazio e per il consulente della Regione Giuseppe Montalto, sono indagate in stato di libertà almeno sette persone: il sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari, il presidente della Regione Rosario Crocetta, il componente dello staff di Vicari Marcello Di Caterina, il candidato al Consiglio comunale di Palermo Marianna Caronia, la dirigente dell’assessorato regionale alle Infrastrutture Salvatrice Severino, il luogotenente dei carabinieri Orazio Gisabella e Sergio La Cava, presidente della società Navigazione generale italiana s.p.a collegata al gruppo imprenditoriale facente capo all’armatore messinese Franza. Per Severino, Gisabella e La Cava la Procura aveva chiesto provvedimenti cautelari che il gip non ha concesso non ravvisando le esigenze. Non è escluso che possano esserci altri indagati.
Dunque, c’è anche il nome del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, nell’inchiesta trapanese.
Crocetta, che avrebbe ricevuto un avviso di garanzia, è indagato per concorso in corruzione.
“Non ho nulla da temere e ho piena fiducia sulla possibilità che tutto sarà chiarito. Quando i magistrati vorranno, mi presenterò e riferirò quello che so, fatti e notizie utili alle indagini. Ma dico subito che sono molto sereno”.
Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, indagato per corruzione in concorso con l’armatore Ettore Morace, nell’inchiesta “Mare monstrum”.
Tra le altre cose, dall’informativa dei carabinieri esce il seguente passaggio: “Il 12 settembre 2016 Morace veniva chiamato da Di Caterina. Tra i vari argomenti affrontati tutti relativi ai trasporti marittimi e dopo avergli raccontato di aver invitato il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta sulla sua barca e di avergli pagato l’albergo sull’isola di Filicudi, Morace riferiva che gli avrebbe inviato una mail sulla questione dell’Iva”.
Tra gli indagati anche la sottosegretaria alle Infrastrutture Simona Vicari.
“Con la serenità, la fermezza e la chiarezza che ha sempre contraddistinto il mio operato comunico che oggi sono stata raggiunta da un avviso di garanzia. Un atto dovuto con il quale la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo mi ha doverosamente informato che ben potrò rendere, nei modi e termini di legge, tutti quei chiarimenti che serviranno a dimostrare, in ogni sede, la assoluta infondatezza e inconsistenza degli ipotizzati addebiti nei miei confronti. Condotta quest’ultima alla quale mi accingo non appena me ne verrà data occasione”.
Così in una nota l’ex deputato regionale Marianna Caronia, candidata al Consiglio comunale di Palermo, indagata nell’ambito dell’inchiesta dei Carabinieri che ha portato all’operazione “Mare mostrum”. “Ribadita dunque la mia piena fiducia nell’operato della Magistratura – aggiunge -, fiducia che ciascuno, in uno Stato di diritto e di democrazia ha il diritto e dovere di potere riporre, e sottolineato che l’avviso di garanzia è esclusivamente un atto di informazione ‘dovuto’ al cittadino e non può mai costituire un’anticipazione di giudizio, con forza e assoluta serenità riaffermo il mio intendimento di continuare, senza se e senza ma, la mia campagna elettorale certa che la coincidenza temporale tra l’attuale sfida sociale alla quale mi accingo e l’odierno occorso sia appunto unicamente una spiacevole evenienza”, conclude Marianna Caronia.

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