Licata, blitz “Pacchi.it”, per truffare si spacciavano per carabinieri o poliziotti e dicevano: “Andiamo in servizio…”

Emergono alcuni particolari sull’inchiesta pacchi.it, eseguita ieri dai carabinieri della Compagnia di Licata, agli ordini del capitano Marco Currao, che hanno eseguito ieri mattina l’operazione che ha portato all’arresto di Cristoforo Famà, 35 anni di Licata, posto ai domiciliari, e ritenuto dagli inquirenti “il promotore e organizzatore” della presunta organizzazione.

Gli altri coinvolti sono: Antonina Parroco, 40 anni, Samanta Cicatello, 29 anni, Angelo Trupia. Per loro è scattato l’obbligo di dimora a Licata. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria invece per Alessandro Bianchi, 26 anni, Daniela Giannone, 40 anni, e Giuseppe Romano. Tutti licatesi. I coinvolti devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alle truffe online. Tra i tentativi di truffa vi sarebbe anche un episodio ai danni di un terremotato che aveva perso la sua casa durante il sisma che ha distrutto Amatrice. L’uomo stava per comprare un camper per una somma di 6.500 euro ma ha intuito che qualcosa non andava e si è rivolto ai carabinieri. In un paio di intercettazioni si evince come un indagato si spacciasse per appartenente a forze di polizia.

In episodio per carpire la fiducia della vittima di turno si spacciava per poliziotto in un altro addirittura diceva: “Appena smonto dal servizio ci possiamo sentire, sono un maresciallo dei carabinieri…”. Nel corso delle intercettazioni Cristoforo Famà avrebbe usato più volte i termini: “Andiamo in servizio…”.

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