Blitz “Nuova Alba”: il ritorno del boss Pino Scaduto: «Tua sorella si è fatta sbirra, uccidila», 16 arresti (vd e ft)

I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, agli ordini del colonnello Alberto Di Stasi, hanno arrestato 16 persone ritenute affiliate alla cosca di Bagheria. Per gli inquirenti è quasi sbalorditiva la capacità di riorganizzazione in seno a questa famiglia mafiosa con una storia criminale di lungo corso. Numerose le operazioni che hanno interessato il mandamento di Bagheri, tra i più attivi e rispettati in Trinacria. 

Al centro di questa ri-organizzazione, ancora una volta, un vecchio padrino dallo spessore criminale riconosciuto all’interno di questo ambiente: Pino Scaduto. Il boss, scarcerato lo scorso aprile, era finito al centro dell’operazione “Perseo” – scattata nel dicembre 2008 – che assicurò alla giustizia quasi 100 affiliati al clan, tra cui Scaduto, a cui era stato affidato il compito di riorganizzare la Commissione Provinciale di Palermo.

Scaduto sognava una mafia in vecchio stile, con il “rispetto” posto al centro di ogni cosa. Da quanto emerge il padrino avrebbe anche pensato di uccidere la figlia, colpevole di aver instaurato una relazione con un maresciallo dei carabinieri e- sempre da quanto emerge dall’operazione – Scaduto aveva anche scelto il killer: il figlio che, però, si rifiuta:  «Io non lo faccio, il padre sei tu e lo fai tu… io non faccio niente… mi devo consumare io? Consumati tu, io ho trent’anni, non mi consumo»

«Tua sorella si è fatta sbirra», diceva al figlio. «Questo regalo quando è il momento glielo farò – scriveva a una parente – tempo a tempo che tutto arriva».

Le indagini hanno permesso di accertare l’appartenenza di alcuni soggetti all’organizzazione criminale denominata ‘Cosa Nostra’; documentare alcune estorsioni commesse da suoi affiliati ai danni di imprenditori operanti nel territorio di Bagheria e nei comuni limitrofi; ricostruire i mutevoli equilibri mafiosi del Mandamento di Bagheria, sempre capace di rigenerarsi dopo ogni operazione di polizia, con l’immediato rimpiazzo dei soggetti arrestati.

Nell’ordinanza di custodia cautelare viene contestata ad alcuni indagati l’appartenenza alla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia (PA), nel ruolo di soggetti preposti alla selezione delle vittime di estorsione e alla successiva riscossione delle somme di denaro, al sostentamento degli affiliati detenuti in carcere, nonché alla gestione monopolistica delle mediazioni immobiliari, imponendo provvigioni superiori a quelle di mercato.Inoltre, sono state accertate una pluralità di condotte estorsive compiute da esponenti apicali del Mandamento mafioso di Bagheria ai danni di imprenditori locali i quali, operanti nel settore edile e nella fornitura di acqua minerale, sono stati costretti a consegnare ingenti somme di denaro a titolo di ‘pizzo’, ovvero ad assumere soggetti contigui all’organizzazione mafiosa.Tra gli arrestati figura Giuseppe Scaduto, già arrestato nel 2008 nell’ambito dell’operazione Perseo, quando – al vertice del Mandamento mafioso di Bagheria – emergeva per il ruolo di promotore nella ricostruzione della Commissione Provinciale di Cosa Nostra e, dallo scorso aprile, tornato in libertà dopo un lungo periodo di detenzione. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Giacinto Di Salvo, altro esponente di spicco della consorteria mafiosa, già a capo del Mandamento mafioso di Bagheria dal 2011 fino al maggio 2013, quando venne arrestato nell’ambito dell’indagine denominata Argo. Le indagini avevano permesso di ricostruire l’ascesa del predetto da capo famiglia a quello di reggente e cassiere del Mandamento di Bagheria.Nel medesimo contesto, è stato arrestato Giovanni Trapani ritenuto fino al 2010 a capo della famiglia mafiosa di Ficarazzi, destinatario di misura cautelare nell’ambito dell’operazione denominata ‘Iron men’.Colpiti dal provvedimento anche i vertici storici della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, come Franco Lombardo, ritenuto a capo della famiglia mafiosa tra il 2011 e l’ottobre 2012 e, per breve periodo, reggente del Mandamento di Bagheria, nonché Michele Modica, a capo della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia fino al giugno 2014 quando venne arrestato nell’ambito dell’indagine Reset.Per alcuni degli indagati, già detenuti, il provvedimento è stato notificato presso le Case circondariali di Palermo, Tolmezzo (UD) e Prato.
GLI ARRESTATI. Il provvedimento di custodia cautelare riguarda Pietro Liga, Antonino Virruso, Francesco Speciale, Giacinto Di Salvo, Salvatore Zizzo, Vito Guagliardo, Damiano D’Ugo, Vincenzo Urso, Andrea Lombardo, Michele Modica, Giovan Battista Rizzo, Giovanni Trapani, Francesco Lombardo, Andrea Carbone e Nicola Marsala

Andrea Carbone
Andrea Lombardo
Antonio Giuseppe Maria Virruso
Damiano D'Ugo
Francesco Lombardo
Giacinto Di Salvo
Giovan Battista Rizzo
Giovanni Trapani
Giuseppe Scaduto
Giuseppe Speciale
Michele Modica
Nicola Marsala
Pietro Liga
Salvatore Zizzo
Vincenzo Urso
Vito Lucio Guagliardo