Al “Posta vecchia” di Agrigento gli “Attori per caso” si chiedono se esiste la felicità

Continua ad avere ragione Alfonso Gueli, scrittore agrigentino che per il quinto anno consecutivo porta sulla scena del “Posta vecchia” le sue commedie con la affettuosa complicità di un gruppo di attori del Lions che lui si è allevato con “disperata” pazienza.
In barba a tutto e a tutti Gueli proclama il suo carattere distintivo, la leggerezza dei toni, consapevole, come dicono gli scienziati, che l’hardware ha bisogno del software per sorreggersi. E lo ha fatto anche con questa sua ultima fatica teatrale, chiedendosi con maliziosa e scontata ingenuità: “La felicità esiste”?.
Memore del sonetto di Shakespeare (“Ma esiste la felicità che nuvole non tema”?) e probabilmente di quell’altra frase di Helen Keller (Quando una porta della felicità si chiude, un’altra se ne apre, ma spesso guardiamo così a lungo quella chiusa che non vediamo quella che è stata aperta per noi”) .
Che è la soluzione imposta da Gueli nel suo testo, di “vedere” l’altra porta a due dei suoi personaggi principali, Rosaria Leto e Franco Garufo, una coppia sulla scena e nella vita che danno sempre vigore e credibilità al teatro agrigentino.
Gueli ormai, può benissimo essere catalogato come il Kundera agrigentino e la sua “insostenibile leggerezza dell’essere” costituisce un enorme vantaggio per i suoi attori non professionisti radunati sotto l’etichetta di “attori per caso”. Solo che dopo il quinto anno di messe in scena sicuramente sono diventati “attori per necessità” di vivere, di esprimersi, a fronte di una vicariante “vita parallela”. Una assuefazione alla “teatrale dietilammide dell’acido lisergico” che difficilmente troverà una comunità disintossicante.
L’anno scorso era presente il presidente del Lions Giugiù Riolo assessore della Giunta Firetto. Il sindaco, invitato, non potè essere presente.
Anche quest’anno, il sindaco di tutti, non è stato presente.

A lorenzo cade il copione
Antonio Garufo e Rosaria Leto
Antonio Garufo uno dei numerosi interpreti
Antonio Garufo uno dei numerosi interpreti
Esiste felicità
Esiste la felicità senza interrogativi
Frastuono e chitarrate non tutti gradiscono
Garufo Calamita e Rosaria Leto
Garufo e Tornambè
Il coccolato personaggio di Lorenzo
La chitarra è anche seduzione
La locandina della commedia
lillo Savatteri con Egla Tornambè
Lina Gueli

Ancora per la cronaca possiamo aggiungere il comunicato del Lions agrigentino che con comprensibile soddisfazione ricorda che gli attori sono tutti “medici, insegnanti e altri professionisti, alcuni già in quiescenza, che ogni anno condividono la passione per il teatro incrementando la propria amicizia, offrendo alla città un’occasione culturale e di spettacolo, coniugando il tutto con l’esclusivo scopo della solidarietà. E così per tre giorni, nel fine settimana appena concluso, ancora una volta è stato fatto il ‘pieno’ al Teatro della Posta Vecchia. Due ore intense di recitazione, continue battute, colpi di scena, musiche (di Edoardo Savatteri) e canzoni coinvolgenti, ma anche di intrecci, tensioni drammatiche, interrogativi esistenziali, continui capovolgimenti tra la vita e la scena, la realtà e la rappresentazione, per finire nel vivere-recitare un originale atto unico. E se il Lions Club Agrigento Host affronta le spese, l’intera raccolta di offerte delle tre serate sarà destinata alla Mensa della solidarietà, al Centro di aiuto alla vita ed agli scopi umanitari del lionismo. Gli attori in scena e dietro le quinte costituiscono ormai un ensemble molto affiatato: Anna Careca, Antonio Garufo, Rosaria Leto, Alfonso Sollano, Maria Cerasola, Lina Gueli, Emanuele Gionfriddo, Egla Tornambè, l’autore e regista Alfonso Gueli, Lillo Savatteri, il tecnico Tonino Bruccoleri, il direttore di scena ed aiuto regista Maria Grazia Scibetta, Gina Bosco; Antonio Calamita, Teresa Parisi e Loredana Minacapilli”.
Ci appare incomprensibile come l’amministrazione comunale, ammesso che non gli interessino gli “attori per caso”, non si ritenga interessata, almeno, alla ricerca della felicità e a contribuire a darne una risposta.

Testo e foto di Diego Romeo

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