Ricordate “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa Morante?
Ebbene, da 17 anni a questa parte il Festival “I bambini nel mondo” spesse volte ha salvato la “Sagra” da certe pacchianerie degli adulti che spesso hanno rischiato di farla diventare moribonda. E speriamo che Giovanni Di Maida e Claudio Criscenzo, gli inventori, non si facciano abbindolare per cambiare il nome “festival” per obbedire a chissà quali velleità (post) moderniste.
Stasera al Teatro Pirandelllo si è svolta la cerimonia-spettacolo di premiazione e francamente ci sono state molte occasioni per entusiasmare il pubblico che ha vistosamente applaudito.
C’è stato l’imbarazzo della scelta tra gli acrobati danzatori dell’Ucraina, la danza turca dei Dervisci in miniatura, l’allegra Bulgaria, la dolcezza dei minuscoli bimbi dell’Indonesia che a nostro parere interpretavano al meglio l’intitolazione “Bambini nel mondo”.
Alla fine è prevalsa negli organizzatori l’idea di premiare il bel gruppo “grandicello” della Polonia. Lo ha consegnato il sindaco Firetto (ma anche Criscenzo ha ricevuto un significativo riconoscimento da Elena Bianchetta dell’Unicef) a conclusione di uno spettacolo condotto da un Giuseppe Moscato in gran forma e che ha annoverato autentiche perle musicali come il chitarrista Loiacono, i cantanti Peppe Sciortino, Claudia Puma e una grande Rita Botto, erede indiscussa, oggi, di Rosa Balistreri, tutti accompagnati dai componenti una band agrigentina.
Una “voce sassofono” quella di Rita Botto che riesce a modulare parabole di Jazz e dispiegamenti “popolari” con una misura controllatissima. Generosa come una Balistreri, la Botto non ha esitato a duettare con la giovane Alexandra Di Maida, finora sconosciuta ai più ma che da stasera può benissimo essere definita una promessa.
Sperando che i tenutari della “Torre d’Avorio” della Fondazione Pirandello si accorgano di queste performance sia musicali che di altre teatrali. La Sagra, pardon, il Mandorlo continua fino al 12 marzo, lo ha ricordato il presentatore Giuseppe Moscato nel congedarsi dal pubblico.
E i bambini nel mondo ci saranno ancora.
Testo e foto di Diego Romeo