La poesia ha regnato sovrana nella seconda puntata del Caffè letterario “Sulla strada della legalità” promosso dalla questura agrigentina sulla terrazza del suo centro balneare a San Leone, presenti il vicequestore Giuseppe Peritore ed il primo dirigente Giovanni Giudice.
Un tocco di grazia poetica che allevia la severità e il rischio delle azioni poliziesche di tante narrazioni che si prospettano negli undici eventi letterari proposti e che si concluderanno il 2 settembre.
In questa serata dedicata alla poesia mancava Tonino Butticè segnalato in elenco mentre tutti gli altri presenti, Enzo Argento, Giuseppina Mira, Giuseppina Iacono Baldanza, Vincenzo Patti, Lorenzo Peritore, Francesco Setticasi, Liliana Arrigo, Francesca Vitello, Salvatore Sciortino, hanno duellato in rima baciata e non.
Ospite d’onore il grande poeta favarese Salvatore Sciortino energico dicitore dei suoi versi mentre Enzo Alessi, tradizionale conduttore della manifestazione ha doverosamente ricordato tutti gli altri poeti scomparsi della scena agrigentina, da Russo Alveoli, poeta e illustre interprete di opere pirandelliane ad Antonino Cremona, Alfonso Zaccaria che Leonardo Sciascia segnalò tra i grandi dopo Eugenio Montale, a Luigi Peritore di cui spesso si sono menzionati brani delle sue numerose prose, a Giudice, a mons. Ginex e a tanti altri di cui Alessi ha letto alcuni versi.
Furono anch’essi protagonisti e hanno lasciato traccia indelebile in vecchie riviste letterarie che sono state mostrate come “Giornale di poesia siciliana” e “Lumie di Sicilia” che ha ritrovato nuova vita su internet.
Hanno impressionato per la lettura delle loro poesie il favarese Enzo Patti con una espressività che ricordava l’Ungaretti che in tv, tanti decenni fa, declamava l’Iliade e la Giuseppina Iacono Baldanza che anche quest’anno, come l’anno scorso quando inviava “pizzini arroventati” all’indirizzo di Messina Denaro, è riuscita a cesellare con grande slancio civico gli aspetti e i profili più arroganti della casta governante, mettendoli alla berlina con una satira e una ironia a mezza strada tra Parini e Belli.
Manco a dirlo il dialetto siciliano, meglio la lingua siciliana, ha svolto in maniera preminente il suo ruolo.
Prossimo appuntamento il 15 luglio con il romanzo di Salvatore Nocera Bracco “Le ragioni del fuco” e con un altro libro, “Gli strateghi del male” scritto da un poliziotto della “catturandi” di cui si possono pubblicare solo le iniziali “I.M.D”.
La fotogallery è di Diego Romeo