Maria Grazia Castellana: “Recitare mi dà vita, una irrinunciabile vita parallela”

Intervista di Diego Romeo all’attrice Maria Grazia Castellana dello Stable festival di Agrigento.


Ti abbiamo vista molto presente nelle rappresentazioni del Teatro da Camera e, francamente, ci hai fatto pensare  che sta crescendo una giovane generazione di attrici. Come nasce la tua passione per il Teatro?

“La mia passione per il teatro, e dunque per la recitazione, ha un’origine relativamente lontana ed è maturata progressivamente. Ho iniziato circa sette anni fa come assistente alla regia nelle attività del Pirandello Stable festival di Agrigento, che è il gruppo artistico-teatrale più presente in città, caratterizzato da grande continuità e impegno culturale”.

Dunque assistente alla regia: il Pirandello Stable festival si distingue per scelte specifiche (tra Pirandello e Sciascia). Dove hai collocato il tuo spirito recitativo?

“In realtà ho osservato che il Pirandello Stable festival col suo direttore artistico, il regista Mario Gaziano, orientava le sue scelte teatrali verso confini culturali specifici, Pirandello e Sciascia e poi ancora il teatro classico, e la recitazione religiosa. Ne ho studiato lo schema recitativo, essendo presente a tutte le regie, e a poco a poco ho voluto provare”. 

Ti abbiamo visto recitare ruoli drammatici, come la eretica Pellegrina Vitello, bruciata viva dall’Inquisizione (ispirata al personaggio di Sciascia) o Ersilia Drei ( da Vestire gli ignudi) e Maragrazia (da L’altro figlio) di Pirandello, con uguale disponibilità scenica e adattabilità drammaturgica. Ma le tue vere corde artistiche su quale registro battono meglio?

“Debbo dire la verità, difatti ho cominciato con un piccolo ruolo drammatico, molto drammatico (Pellegrina Vitello) per sostituire la bravissima Oriana Paolocà, come spesso accade nelle carriere sceniche, sia professionali che amatoriali. Il direttore artistico ha avuto fiducia in me e così mi ha affidato altri ruoli”.

Ma hai fatto anche teatro brillante, il ruolo di Filocomasio nel Miles di Plauto, e ancora ne “L’amor sincero” nel recente “Donne in Satira” con grande spigliatezza e naturalezza. Dunque?

“Sì sono state delle bellissime opportunità che Mario Gaziano e Giuseppe Adamo mi hanno offerto per la prima Stagione del Teatro da Camera nel prestigioso Circolo Empedocleo di Agrigento. Debbo confessare che il successo è stato oltre ogni previsione. Mi sono divertita. Anzi dirò che recitare mi diverte e mi dà vita, una vita parallela di cui non posso fare e non potrò fare a meno”.

Hai delle prospettive professionali? Cioè speri di passare al professionismo recitativo, magari spostandoti a Roma o in città dove esistono chances di lavoro artistico?

Ehhh… “Veramente sono nata a Roma, poi purtroppo per gravi ragioni, mia madre, con me piccolina, decise di trasferirsi ad Agrigento: ed eccomi qui. Certo l’idea del professionismo recitativo è nei miei progetti, o meglio nei miei sogni, chissà, la vita riserva sempre qualche sorpresa”.

Sei stata di recente a Malta per celebrare il 150,mo anniversario della nascita di Pirandello, che ormai tutti sembrano inseguire, ora ti appresti ad andare a recitare ad Atene e poi a Pechino. Ma non ti impauriscono artisticamente queste prove? Si tratta di città molto abituate al teatro colto, anzi coltissimo, di diverse tipologie come la Grecia, la Cina?

“Certo…certo: quando siamo andati a Malta per celebrare Pirandello, dico la verità, ero fortemente preoccupata. Quando lavori nel tuo territorio sei conosciuta e confidi anche nella simpatia e nella solidarietà di chi già ti ha apprezzato. All’estero è un’altra cosa. Ma, lo dico con la massima umiltà, a La Valletta dinanzi ad un pubblico, numerosissimo e qualificato, con in prima fila l’ambasciatore italiano, Prìncipi, Baroni del Santo Sepolcro, giornalisti, intellettuali, teatranti professionisti e rappresentanti dell’Accademia della Crusca – (non ho il coraggio di dirlo) – ho avuto un successo enorme, commovente fino alle lacrime, con una emozione fortissima pari a quella degli illustri spettatori, per la interpretazione che ho dato del monologo conclusivo di Ersilia Drei, da Vestire gli ignudi. Una esperienza indimenticabile. Vedremo (sempre se andremo) ad Atene o in Cina o in altre nazioni straniere”.

Per concludere, due parole sul tuo maestro e sulle tue  prossime prospettive sceniche?

“Io, come attrice e teatrante, debbo tutto al prof. Mario Gaziano, autore e regista, molto colto, pieno di idee. rigoroso e al tempo stesso comprensivo. Per quanto riguarda il prossimo futuro mi aspettano le esperienze europee e in Cina (che non è molto vicina). Intanto queste sfide. Poi altre, altre, altre sempre nel segno soprattutto di Pirandello e Sciascia”.

Loading…