Tangenti Rfi: chiesti 4 anni e mezzo per Lo Bosco

Il pubblico ministero della Dda di Palermo, Claudio Camilleri, ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per l’ex presidente di Rfi Dario Lo Bosco imputato per concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità nell’inchiesta sul giro di mazzette attorno all’appalto del Corpo forestale della Regione siciliana.
Il processo si svolge con rito abbreviato davanti al gup Wilma Mazzara.
Nell’indagine anche due dirigenti del Corpo forestale, Salvatore Marranca (responsabile del Servizio tecnico) e Giuseppe Quattrocchi (a capo del Servizio speciale per la conservazione del suolo e dell’ambiente naturale) la cui posizione è stata stralciata.
Il quarto indagato, l’imprenditore agrigentino Massimo Campione, titolare di un’impresa di costruzioni, strade e impianti eolici, è uscito dal processo. Campione, che disse di aver pagato le tangenti ai tre burocrati, ha ottenuto l’affidamento in prova che prevede l’estinzione del reato.
La difesa di Lo Bosco, rappresentata dagli avvocati Sergio Monaco, Bartolomeo Romano e Francesco Crescimanno, ha chiesto l’assoluzione piena per Lo Bosco e rimarca come nell’ultima udienza il giudice abbia acquisito un memoriale di Campione in cui lo stesso afferma di non avere mai dato tangenti a Lo Bosco.

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