Chi era San Gerlando? Storia del patrono di Agrigento….”snobbato” dagli agrigentini

A dirla tutta, per gli agrigentini non è la ricorrenza più “sentita” durante l’anno. Anche in questo aspetto, chiamiamolo spirituale, Agrigento presenta le sue “peculiarità”.
Pur essendo patrono e protettore della Città dei Templi, la figura di San Gerlando, è stata forse troppe volte offuscata da quella di un altro Santo. Nel mese di luglio, infatti, gli agrigentini riservano ben altro trattamento a San Calogero, di origini africane, venerato con festeggiamenti a dir poco caratteristici. Ma oggi , appunto, è San Gerlando, patrono di Agrigento.

Ma chi era San Gerlando? Cerchiamo di tracciare i contorni della figura dell’ex vescovo di Agrigento e, ancora oggi, patrono della città.

La sua nascita, secondo i più esperti storici , è da collocare intorno al 1030/1040 nella città francese di Besancon. Gerlando fu nominato dallo stesso conte, vescovo della città nel 1088. Venne consacrato a Roma da papa Urbano II.

Nel suo viaggio di ritorno, passando per Bagnara in provincia di Reggio Calabria, predisse al priore del locale monastero Drogone che sarebbe stato suo successore.
Ritornato ad Agrigento, Gerlando si adoperò alla riorganizzazione della diocesi, che dopo l’occupazione musulmana durata dall’829 al 1086, contava ben pochi cristiani e in sei anni edificò l’episcopio e la cattedrale che dedicò alla Madonna e a S. Giacomo; fortificò il castello di Agrigento, nome assunto dalla città nel 1927, ma che allora si chiamava Girgenti dal nome messo dagli arabi ‘Gergent’.
Testimonianze dell’epoca lasciano , senza dubbio, intendere inoltre che partecipò al convegno di Mazara del 1098 in cui il gran conte Ruggero I e i vescovi della Sicilia si accordarono per la ripartizione delle decime; a lui si dà il merito di aver battezzato e evidentemente convertito, il signore arabo Chamud, chiamato poi Ruggero Achmet.
Gerlando dopo dodici anni di episcopato, morì il 25 febbraio 1100.

L’ultima traslazione delle reliquie è del 1630, esse poste in una magnifica arca d’argento sbalzato, furono sistemate nella cappella della cattedrale dove sono tuttora.