Categories: AperturaMafia

Mafia empedoclina, il nuovo processo non salva Seddio e Romeo: entrambi condannati

Dopo un lungo e travagliato iter giudiziario, i giudici della Corte di appello di Palermo hanno condannato Salvatore Romeo, 56 anni a sei anni di reclusione e Domenico Seddio, 42 anni ad undici anni e otto mesi di carcere (in continuazione per i fatti già contestati nel processo Akragas). Entrambi gli imputati, empedoclini, reclusi dal 25 ottobre del 2011  erano finiti insieme a Filippo Focoso, 44 anni e Francesco Luparello, 40 anni, di Realmonte nell’inchiesta antimafia Dna sviluppata dai carabinieri del Reparto operativo di Agrigento nei territori di Realmonte e Porto Empedocle, con le accuse di associazione mafiosa per essere stati parte della famiglia di Gerlandino Messina.

Luparello (anche in primo grado) e Focoso (sette anni e quattro mesi in primo grado) poi vennero assolti definitivamente nel processo d’appello.

Il nuovo processo d’appello per Seddio e Romeo si era reso necessario dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio ad altra sezione le condanne di Salvatore Romeo (sette anni) e Domenico Seddio (11 anni in continuazione per i fatti già contestati nel processo Akragas). Per gli ermellini bisognava rideterminare, riducendola, la condanna di Seddio (difeso dall’avvocato Lillo Fiorello e Vita Maria Mazza) escludendo l’aggravante del riciclaggio delle risorse mafiose mentre per  Romeo (difeso dagli avvocati Carmelita Danile e Nino Gaziano) il processo andava rifatto integralmente.

Oggi la sentenza, dunque, che non si discosta di molto da quella già inflitta nel primo processo a carico dei due imputati.