Strage Georgofili: in appello-bis ergastolo a boss Tagliavia

La I sezione della Corte d’assise di appello di Firenze ha condannato all’ergastolo, stasera, nel processo d’appello-bis,per la strage di Via dei Georgofili del 27 maggio 1993 (per lo scoppio di un’autobomba morirono cinque persone, fra cui due bambine, con 40 feriti e ingenti danni al patrimonio artistico) il boss di mafia Francesco Tagliavia. Per lui è stato disposto anche  l’isolamento diurno per un anno.

La Cassazione aveva annullato con rinvio una prima condanna in appello all’ergastolo per Tagliavia, chiedendo di approfondire alcuni elementi di prova legati alle testimonianze dei pentiti Gaspare Spatuzza e Pietro Romeo. La conferma della condanna all’ergastolo per il boss di Corso dei Mille è il risultato che si aspettava il pg di Firenze, Alessandro Crini, che ha sostenuto l’accusa. Per il difensore di Tagliavia, avvocato Luca Cianferoni, “Non ci sono negli atti processuali elementi che sostengano questa decisione” della Corte. Cianferoni ha annunciato un altro ricorso per Cassazione. Le motivazioni della sentenza saranno rese disponibili tra 90 giorni.

La Corte di assise di appello di Firenze è rimasta riunita in camera di consiglio da stamani per circa 10 ore e 45 minuti. Il presidente Luciana Cicerchia ha letto il dispositivo della sentenza verso le 21.30. La corte di Cassazione aveva prosciolto Francesco Tagliavia per gli attentati stragisti del 1993 di via Palestro a Milano e per quelli di Roma in via Fauro, al Velabro e quello successivamente fallito all’Olimpico, ma per la strage di via dei Georgofili a Firenze aveva annullato la condanna di secondo grado (ergastolo) con rinvio a un nuovo processo di appello indicando alla corte di assise di chiarire alcuni aspetti di prova.

In particolare, nel rinvio sulla strage dei Georgofili la Suprema corte chiedeva di valutare nell’appello-bis la credibilità del pentito Gaspare Spatuzza quando racconta che Tagliavia aveva partecipato in una villa di Santa Flavia (Palermo), alcuni giorni dopo l’attentato a Maurizio Costanzo (14 maggio 1993), ad una riunione fatta per organizzare l’attentato di Firenze. E chiedeva anche di verificare l’attendibilità del pentito Pietro Romeo che nel 1997 aveva detto che il mafioso Francesco Giuliano, cugino di Tagliavia e appartenente al ‘gruppo di fuoco’ di Corso dei Mille, gli aveva detto che lo stesso Tagliavia si stava interessando per individuare una base logistica a Sieci (Firenze) in vista dell’attentato da compiere ai Georgofili. Altra indicazione data dalla Cassazione era per rilevare se ci fossero motivi di rancore verso Tagliavia da parte di Spatuzza, Romeo e Giuliano. Stasera, dopo la lettura della sentenza, le parti civili hanno espresso soddisfazione.

Il presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, ha commentato: “Francesco Tagliavia ha perso ancora una volta la partita, è stato condannato a Firenze per la seconda volta all’ergastolo per la strage di via dei Georgofili del 27 Maggio 1993. Si è occupato dell’esplosivo che ha fatto saltare in aria i nostri parenti. Sicuramente la mafia ricorrerà nuovamente in Cassazione, perché è dura per chi sta per finire di scontare un ergastolo per omicidi, ovvero un ergastolo di fatto solo sulla carta, ritrovarsi improvvisamente sulla testa un ergastolo ostativo per strage a regime di 41 bis”.