Categories: MafiaUltime Notizie

Mafia, figlio Cutrò:” Espletato nostro dovere denunciando ma Stato ci abbandona”

Da dove partire? Si parte semplicemente dal fatto che denunciare è stata la normalità, tutto ciò che ci sta attorno poi è anormale ed indegno di un Paese civile. Il nostro come lo definiamo? ‘Gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) piglianculo e i quaquaraqua”, sì, voglio letteralmente unirmi al pensiero di Sciascia per certi versi, come non posso dimenticare altri uomini d’altronde, uomini sempre pronti a dare la propria vita per i propri ideali, per il loro dovere o per la loro famiglia”. Inizia così lo sfogo di Giuseppe Cutrò, figlio del testimone di giustizia, Ignazio Cutrò, che da ieri protesta “per essere stato abbandonato dallo Stato“.

Se solo penso che a 26 anni devo continuare ad assistere ad alcuni silenzi, omissioni, prese di potere, mi viene il voltastomaco – denuncia – Già, perché chi occupa una sedia, magari di pelle, dietro una bella scrivania realizzata con legno pregiato, non ha l’umanità di comprendere la disperazione di un padre di famiglia, nel chiedere semplicemente i propri diritti, assolutamente no”. “Perché oggi si devono elemosinare i propri diritti, diciamocelo.

Attenzione, sto generalizzando anche troppo, parliamo sempre di uomini, tutti possiamo sbagliare, ma tirando le somme sembra che quei pochi uomini che possono sbagliare, si siano trovati in gran parte sul nostro cammino, a discapito nostro e delle altre persone che hanno speso del loro per cercare di risolvere i guai. Penso sia arrivato il momento di rimediare, chi oggi occupa quei ruoli potrebbe agire in tal senso – dice – Da quando avevo 9 anni ho iniziato a vivere questa storia, piena di dolore e battaglie. Abbiamo espletato un nostro dovere, una normalità denunciando. Come normale doveva essere l’appoggio dello Stato, delle Istituzioni, analizzando le problematiche e rimediando; non avevo messo in conto una cosa, i problemi sono di chi ce li ha. Pacche sulle spalle, ‘vediamo come fare’; ‘ma tu non c’hai pensato due volte a fare il tuo dovere papà!’