Mafia, Agenzia beni confiscati: “Clan investono nell’arte”

“I malavitosi sono menti raffinate, che si informano su come investire i proventi dei loro traffici criminali. E l’arte in questo senso rappresenta un settore molto appetibile, che ha dato ottimi frutti”.

Lo ha detto a Voci del Mattino, Radio1 Rai, il prefetto Umberto Postiglione, direttore dell‘Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’.

Sono molte le opere d’arte sequestrate alla malavita. In alcuni casi si tratta di opere di grande valore, che devono far parte del patrimonio artistico nazionale, e le destiniamo al Ministero dei beni culturali che poi provvede a indirizzarle al circuito museale. Se invece sono quadri di non eccelso valore, si possono destinare alla vendita. Infine, se sono falsi dobbiamo necessariamente distruggerli. La maggior parte, comunque, sono opere autentiche. Ne e’ un esempio la confisca effettuata nei confronti del cosiddetto re dei videogiochi, Gioacchino Campolo. A Reggio Calabria aveva accumulato 104 opere, valutate complessivamente oltre 3 milioni di euro”.

“Opere – ha spiegato il direttore dell’Agenzia – che abbiamo lasciato sul territorio, creando una sorta di percorso museale, al quale si potranno aggiungere altri beni confiscati allo stesso Campolo, come statue del valore di 150 mila euro e altri dipinti dei quali ancora non conosciamo l’esatto valore”.