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Cosa Nostra agrigentina, Vito Bucceri: il boss senza esercito e senza il rito della “santina” fa il suo debutto in Tribunale

Il neo pentito della mafia agrigentina, Vito Bucceri, ritenuto dagli inquirenti  il boss di Menfi, suo luogo di nascita, dovrebbe essere ascoltato il prossimo 17 febbraio, in collegamento con la Corte di appello di Palermo.

Il menfitano, arrestato lo scorso mese di agosto, e poi ritornato in libertà, ha deciso di collaborare con la giustizia e sarà ascoltato nel procedimento in cui egli stesso è imputato. Nel processo è coinvolto anche Rosario Cascio, di Santa Margherita Belice, e Filippo e Giovanni Campo, di Menfi.

Quella di febbraio del prossimo anno sarà la prima deposizione del menfitano i cui verbali sono stati depositati anche nel processo “Scacco matto”.

Vito Bucceri, bracciante agricolo quarantaquattrenne di Menfi (Ag), ha, dunque, iniziato a collaborare con la giustizia. 

Bucceri avrebbe già ammesso di far parte di Cosa Nostra ed ha riempito centinaia di pagine di verbali.

Oltre 200 pagine fanno parte dei sei verbali che la Dda ha depositato nell’ambito del processo denominato “Icaro”, con 34 richieste di rinvio a giudizio, la cui udienza preliminare è attualmente in corso.

“Io venni messo a capo della famiglia mafiosa di Menfi dal professore Leo Sutera”, ha messo a verbale Bucceri che ha anche già raccontato di come avvenivano le intimidazioni alle imprese.

Recentemente Bucceri era stato coinvolto nell’operazione antimafia denominata “Opuntia”.

Le indagini dell’inchiesta, coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituto Alessia Sinatra e Claudio Camilleri, avviate nel maggio del 2014 avevano portato all’emissione del provvedimento nei confronti dunque delle 44enne boss di Menfi Bucceri, detto “Buccittuni”, il medico di base Pellegrino Scirica, Tommaso Gulotta, 51 anni, Matteo Mistretta, 30 anni, Vito Riggio, 47 anni, Giuseppe Alesi, 46 anni, Cosimo Alesi, 51 anni, tutti di Menfi, e Domenico Friscia, 53 anni, di Sciacca.

L’operazione ha disvelato gli affari del mandamento del Belice ed, in particolare, della cosca di Menfi, e i contatti intrattenuti dai suoi principali esponenti con Leo Sutera ritenuto nel periodo 2010-2012 il capo della provincia di Agrigento, e con Pietro Campo, esponente di vertice di Santa Margherita Belice.

Bucceri si è pentito praticamente subito dopo il suo arresto avvenuto nel luglio scorso nel contesto dell’operazione “Opuntia”, un blitz che è stato originato da un’inchiesta a carico di un esponente politico saccense, Leo Vinci e proseguita monitorando il medico Pellegrino Scirica e successivamente proprio Vito Bucceri.

Il primo interrogatorio fissato per il 5 agosto scorso si è rivelato quello buono avvisando il procuratore aggiunto Maurizio Scalia e i sostituti Alessia Sinatra e Claudio Camilleri della sua volontà di collaborare.