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Il pentito Quaranta conclude deposizione: “Comanda Cosa nostra ma la Stidda si sta riorganizzando a Canicattì”

Dall’aula bunker di Rebibbia, Roma

Rogero Fiorentino

E’ terminata poco prima di mezzogiorno la deposizione di Giuseppe Quaranta nell’ambito del processo “Montagna” (rito ordinario) celebrato per motivi di sicurezza, per due udienze nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma.

Quaranta ha risposto alle ultime domande quelle poste dal presidente della prima sezione del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato (a latere Giuseppa Zampino e Alessandro Quattrocchi.

Presidente: Come mai vi fidavate di Scorsone che lei definisce inaffidabile?

 “Io Scorsone l’ho trovato già. Vella voleva cercare una persona diversa, ma non la hanno trovata. Scorsone era uno che viaggiava nel vuoto, Vella cercava una persona più presentabile. Ma non è stato possibile”

Presidente: Ha avuto rapporti con Giovanni Gattuso? Quaranta: “A Castronovo di Sicilia abbiamo cercato di fare un impianto di smaltimento. Un termo valorizzatore che doveva coinvolgere 13-14 comuni della montagna”.

Presidente: Lei dice di avere sempre avuto una avversione alle sostanze stupefacenti. Lei si è occupato per conto di Cosa Nostra di droga? Quaranta: “Non ho mai fatto uso di sostanze stupefacenti e mi sono occupato solo di 100 grammi. A Favara si occupa di droga principalmente la Stidda come nel resto della provincia. Ma se Cosa Nostra ha bisogno c’è disponibilità. Cosa nostra si occupa prevalentemente di appalti, estorsione e spazzatura. Il patto era, comanda Cosa nostra. Stidda, paraccara e clan devono stare sotto Cosa nostra. Cosa nostra si rivolgeva alla Stidda sole per piccole cose. La Stidda c’è a Favara, Palma, Porto Empedocle, si stanno riorganizzando a Canicattì. A Raffadali c’è solo Cosa nostra…”

Presidente: Con Lombardo non avuto nessun tipo di rapporti? Quaranta: “Solo qualche saluto, ma niente di che”.

Il Pubblico ministero chiede di Montalbano. Ne faceva uso? Quaranta: “Non so se ne faceva uso, mi ha dato i 500 euro. Non so se aveva spacciato o erano soldi suoi, ma mio figlio me lo diceva che ne faceva uso”.