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La mafia del Belice e il nuovo capo: le rivelazioni del collaboratore di giustizia Rizzuto

Nel processo che si sta svolgendo col rito abbreviato a carico di Giuseppe Genova, 51 anni, di Burgio, finito nell’inchiesta antimafia denominata “Triokola-Eden 5″, condotta dai carabinieri di Palermo e dalla Dda del capoluogo siciliano, il Pm della stessa Dda, Claudia Bevilacqua, ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere. 

Giuseppe Genova

La posizione di Genova è stata stralciata da quella di altri due coinvolti nell’inchiesta, Andrea Li Puma, 71 anni, e Salvatore Li Puma, 41 anni, rispettivamente padre e figlio, entrambi di Sambuca di Sicilia, entrambi imputati ma liberi.

Secondo i carabinieri e la Dda, Genova avrebbe partecipato a un incontro, avvenuto nel 2011, con Leo Sutera, ritenuto dagli investigatori esponente di spicco della mafia del Belice, e il presunto reggente della famiglia mafiosa di Cruillas nel palermitano. Una riunione tenutasi a Sambuca di Sicilia luogo di nascita di Sutera. Genova è ritenuto dagli inquirenti appartenente alla famiglia mafiosa di Burgio.

Gli incontri nelle campagne

Nell’inchiesta Eden 5  che ha individuato una serie di personaggi ritenuti mafiosi vicini a Leo Sutera e Matteo Messina Denaro, un ruolo di primo piano lo ha avuto Calogero Rizzuto, collaboratore di giustizia di Sambuca di Sicilia che ha svelato trame ed organigrammi delle famiglie mafiose agrigentine.

Il collaboratore di giustizia, Calogero Rizzuto alias “Cavigliuni”

In particolare, Rizzuto ha lumeggiato sulla figura di Leo Sutera, suo cugino di primo grado e Giuseppe Genova. Ecco cosa dice ai giudici:

15 settembre 2009, “…omissis…

A.D.R. sono entrato in Cosa Nostra negli anni 90, nei primi anni sono stato semplicemente “avvicinato”, in quanto ero cugino di Leo Sutera, uomo d’onore della famiglia di Sambuca. Intorno al mese di luglio 2003 sono stato combinato forma/mente, mediante la cerimonia della “punciuta” e della santina”. … omissis…

Leo Sutera

A.D.R per quanto concerne Leo Sutera ricordo che un giorno, mentre si trovava agli arresti domiciliari, mi mandò il figlio perché voleva vedere Verde, io dissi al ragazzo di riferire al padre che ormai doveva considerarsi in pensione. Successivamente Sutera mi scrisse una lettera con la quale mi rimproverò in quanto non avrei dovuto dire a suo figlio quelle cose, in quanto il ragazzo doveva rimanere fuori da ogni questione riguardante Cosa Nostra“. … omissis…

A. D.R. io risposi che era stato lui a mandarmi il ragazzo e che mi ero limitato a utilizzare quello stesso tramite per dare la mia risposta. In sostanza il Sutera non prese bene l’esclusione, ed io nel tempo ho avuto la sensazione che lui e gli altri vecchi uomini d’onore tramassero contro i nuovi esponenti per eliminarli e rientrare”. …omissis…

ADR: per quanto riguarda armi in possesso del mandamento di Sambuca posso dire che prima del 2003 avevo appreso che l’arsenale di pertinenza del territorio veniva spostato presso la famiglia che era a capo del mandamento. Quando divenni correggente chiesi le armi che avrebbero dovuto essere in possesso di Sutera a tale La Puma, ma non ne entrai mai in possesso…”. …omissis…

16 settembre 2009, “…omissis…

A.D.R. Durante gli anni 90 accompagnavo mio cugino Leo Sutera a Santa Margherita, a Menfi, una volta a Villaggio Mosè ad Agrigento. Ad Agrigento vi erano delle persone con le quali poi lui si è allontanato. …omissis…

A.DR. Si trattava di situazioni occasionali anche perché i rapporti con mio cugino non erano molto buoni. …omissis…

A. D.R. Quando accompagnavo mio cugino a Santa Margherita, lo stesso si incontrava con Pietro Campo. …omissis…

A.D.R. A Salemi mio cugino incontrava un certo Miceli di cui non so fornire altre indicazioni che forse sarei in grado di riconoscere in fotografia anche se l’ho visto solo due volte prima dell’arresto di mio cugino nel luglio 2002, circa sei – sette mesi prima che mio cugino avesse l’incidente. …omissis…

A.D.R. L’incontro a Salemi riguardava il versamento di una somma pari a lire 250 milioni di lireda parte degli acquirenti della cantina dei Salvo in Misilbesi. …omissis… Ho capito, anche per le mezze parole di mio cugino, che la somma spettava a mio cugino Leo Sutera in quanto capo della famiglia mafiosa di Sambuca di Sicilia. …omissis…

A.D.R.: Ho poi avuto certezza del versamento della somma, anche se non so quantificare quanto di fatto sia stato versato, in quanto sia il Cicero Francesco che il Verde Audenzio poi si lamentarono con me che pur essendo stata versata detta somma, nessuno aveva tratto alcun vantaggio. …omissis…

A.D.R.: nel corso dell’appuntamento con Miceli mio cugino ha preso del denaro ma non so indicare quanto fu consegnato. …omissis…

A.D.R: un soggetto di Campobello di Mazara che ha una quota nella cantina e che in questo momento non so indicare, teneva i contatti tra Miceli di Salemi e gli acquirenti della cantina, Mezzacorona imprenditori del nord. …omissis…

A.D.R: ritengo che mio cugino è arrivato al contatto con i soggetti di Campobello di Mazara tramite il Miceli che comandava la famiglia mafiosa a Salemi. …omissis… lo ho intuito che mio cugino andava a Salemi per la questione relativa alla cantina in quanto dopo essere andati a Salemi mio cugino ha mandato delle persone a lavorare nelle cantine ex Salvo tra cui tale Ventimiglia di Santa Margherita che possiede delle ruspe e che ha fatto dei lavori di sistemazione dei terreni. …omissis…

A DR: Ho avuto la conferma del versamento della somma in quanto, dopo l’arresto di mio cugino, Verde Audenzio e Cicero Francesco si lamentarono con me chiedendo a me se io avessi notizia di dove fossero i soldi. I due si lamentarono anche a proposito della tangente versata per la realizzazione della strada che collega Sambuca e Santa Margherita Belice realizzata dai Cascio i quali avrebbero pagato 40 milioni di lire divisi poi in due parti uguali tra Leo Sutera e Pietro Campo. …omissis… Caloroso ha rifiutato l’incontro adducendo motivi personali; per cui io ho fissato un incontro tra Verde Audenzio, Cicero Francesco e Bono Carmelo durante il quale, come ho poi appreso, i tre decisero di farmi uomo d’onore. …omissis…

A DR. io non ho partecipato a detto incontro. …omissis…

A.D.R: a distanza di poco da detto incontro Cicero e Verde mi hanno fatto uomo d’onore. …omissis…

A.D.R. io ho quindi contattato Friscia Domenico cui il Cicero mi ha ritualmente presentato come uomo d’onore. Dopo qualche tempo Friscia mi dice di andare a Ribera ove era stato fissato un incontro con Giuseppe Capizzi fratello di Carmelo, mio coimputato in Scacco matto e sottoposto al regime di cui all’art. 41 bis. …omissis…

Giuseppe Capizzi

A.D.R: Presenti erano i due fratelli Carmelo e Giuseppe Capizzi, io e Friscia. Nel corso della riunione Giuseppe Capizzi si lamentava del fatto che mio cugino aveva fatto degli errori riferendosi alla partecipazione alla riunione per la elezione di Maurizio Di Gati a rappresentante provinciale e in quella sede mi comunica che tutti i vecchi andavano sostituti per ordine dello zio Provenzano Bernardo. Riferito a Verde e Cicero questo fatto entrambi rimangono sorpresi e si lamentano di mio cugino che, a loro parere, avendo partecipato a detta riunione per Di Gati aveva creato un grosso problema per tutti, lo ho assicurato loro che non li avrebbero uccisi se loro si fossero tirati indietro. Era stato comunque deciso che, dopo la sua scarcerazione, mio cugino avrebbe dovuto spiegare il motivo della sua partecipazione alla riunione per la elezione del Di Gati. Mio cugino un mese prima del mio arresto mi venne a trovare in quanto poiché a me avevano incendiato, il giorno del matrimonio di mia figlia (27 maggio 2008), il grano e io sospettavo di Leo Sutera, La Puma Andrea, La Puma Salvatore, e Pendola Lucio a lui vicini, avendolo appreso mio cugino voleva chiarire la questione. Mio cugino avrà saputo dei miei sospetti in quanto io li avevo esternati al ragazzo che lavorava con me di cui non ricordo in questo momento il nome che lo aveva, a sua volta, riferito al padre. Mio cugino, che io ero andato a trovare una sola volta dopo la sua scarcerazione, in quella occasione mi disse di avere partecipato alla riunione perla elezione di Di Gati in quanto sapeva esservi l’autorizzazione di Bernardo Provenzano. Poiché io non avevo tempo ho rinviato la discussione che poi non c’è stata in quanto sono stato tratto in arresto. In quella occasione mi sono lamentato con Leo Sutera in quanto lui aveva fatto uomo d’onore Friscia Domenico che ho poi appreso essere un magnaccia e per i soldi di Santa Margherita Belice. …omissis…

A.D.R: Grazie a Verde e Cicero ho lavorato in diverse imprese tra cui la Dipenta, la ditta Augello che ha costruito i locali ove sono ubicati gli uffici del comune di Sambuca, l’impresa che aveva fatto le case popolari a Santa Margherita e Sambuca nel 1985. …omissis…

A.D.R. I predetti mi aiutavano perché ero cugino di Leo Sutera. …omissis… In dette imprese facevo il manovale. …omissis…

A.D.R.: A proposito della cantina ex Salvo con la società Crc, società con Cacioppo Antonino e Cipolla Maurizio ho fatto dei lavori di scasso dei terreni per i vigneti. La mia società ha fatto i lavori in quanto imposta da mio cugino Leo Sutera e Maggio Antonino, quello deceduto, “…omissis…

18 settembre 2009, “…omissis…

A.D.R.: Quanto ad armi nella disponibilità di Sciacca posso riferire che la famiglia di Sciacca ha avuto delle armi quando era mandamento e a capo del mandamento vi era Bono Giuseppe; dopo che il mandamento è passato a Sambuca con a capo Leo Sutera, le armi le ha prese Leo Sutera il quale le teneva da La Puma Andrea”. “…omissis…

22 settembre 2009, “…omissis…

A.D.R. Leo Sutera è stato capo mandamento quando il mandamento faceva capo a Sambuca fino al momento del suo arresto in Cupola. Il mandamento da Sambuca è passato a Sciacca dopo gli arresti di Cupola, “…omissis…

A.D.R. vice di Leo Sutera era Pietro Campo di Santa Margherita che era a capo della famiglia di Santa Margherita, “…omissis…

A.D.R. Non so per quanto tempo mio cugino è stato capo mandamento di Sambuca. “…omissis…

A. D.R: Mio cugino, dopo la sua scarcerazione, ha cercato, tramite il figlio, un contatto con Verde Audenzio non sapendo, evidentemente, che io ero diventato uomo d’onore ed ero stato incaricato del mandamento di Sambuca. Quando il figlio di mio cugino mi ha chiesto di fissare incontro tra il padre e il Verde, io gli risposi “fai sapere a tuo padre che sono tutti in pensione”. Il Sutera mi ha mandato un biglietto in cui si lamentava in quanto a suo dire, non avrei dovuto dire niente al figlio ma io gli risposi che era stato lui a mandarmi il figlio. Dopo di ciò il Sutera mi ha mandato gli auguri per il nuovo incarico dicendomi anche di non fidarmi di nessuno, di stare attento che non è una cosa semplice da portare avanti, “…omissis…

A.D.R.: Mentre ero all’Ucciardone è stato arrestato Gerlando Morreale che io conoscevo già come uomo d’onore di Favara e io mi sono lamentato con lui perché nessuno era andato dalla mia famiglia dopo il mio arresto; lui mi disse di essere sorpreso in quanto sapeva che il “ragioniere” cioè Falsone, aveva sistemato “tutte cose” e che a Sambuca aveva già incaricato una persona, forse un mio parente, “…omissis… lo ne ho dedotto che potesse essere mio cugino Leo Sutera non avendo altri parenti che fanno parte dell’associazione, “…omissis…

A.D.R.: La conferma che Leo Sutera fosse di nuovo attivo in Cosa Nostra lo ha avuta il giorno in cui, allorquando mia moglie si lamentava per le difficoltà economiche, le dissi che io avevo due società di cui una con Tabbone e l’altra con Lana e le ho detto di contattare Tabbone sapendo che i mezzi stavano lavorando. Mia moglie che, all’inizio mi aveva detto di non conoscerlo, poi mi ha detto di avere parlato con il Tabbone il quale le disse di non avere soldi. Tabbone, non so tramite chi, ha riferito delle difficoltà di mia moglie a Leo Sutera il quale disse che mia moglie doveva fare “la femmina di casa” e che per qualsiasi cosa avrebbe provveduto lui ma la questione economica non si è mai risolta. So che anche mio cognato Nicola ha incontrato Leo Sutera in un supermercato il quale gli disse che sia mio cognato che mia moglie dovevano parlare poco, tanto che mio cognato ha reagito dicendogli che lui non ha mai parlato. Mio cognato era molto arrabbiato e poi per chiarire è andato a casa di Leo Sutera il quale gli disse che aveva avuto notizia che mia moglie e lui parlavano troppo; mio cognato ha negato questa circostanza e Leo Sutera ha detto che avrebbe verificato se era vero e, in caso positivo, gli avrebbe fatto passare i guai in quanto non aveva paura di andare a finire in galera.

25 settembre 2009, “…omissis…

Data lettura della conversazione tra La Rocca e Guzzo Gino del 5 maggio 2006 in cui La Rocca riferisce di avere appreso dai Campo che essi avevano consegnato del denaro a quello di Sambuca, quello della cantina, Rizzuto dichiara: “Sono io quello di Sambuca della cantina. In effetti, come già detto, i Campo avevano messo in giro la voce che io avevo preso i soldi ma nego nella maniera più assoluta che i fatti si siano svolti in maniera diversa da quella finora da me riferita. Aggiungo, ancora, che i Campo avevano rapporti con la famiglia mafiosa di Sambuca fin da quando capo mandamento era mio cugino Sutera Leo tant’è che io stesso

fissai all’epoca un appuntamento tra mio cugino e Bucceri Vito cui poi parteciparono anche i fratelli Campo. Quando mio cugino mi disse di cercare Bucceri Vito per fissargli un appuntamento, mi disse anche che potevo rivolgermi anche ai fratelli Campo per fissare l’appuntamento con il Bucceri tant’è che andato al loro impianto, non essendoci il Bucceri, io fissai l’appuntamento con Campo.” …omissis…

28 settembre 2009, “…omissis…

A.D.R.: quanto a Bucceri Vito l’ho conosciuto mentre mio cugino Leo Sutera era libero.

A.D.R.: Bucceri Vito non era stato fatto uomo d’onore; Giaccio Pasquale mi aveva detto che Buggeri Vito era un poco “farfallone” e di non dargli molta fiducia. …omissis…

A.D.R.: Buggeri Vito era stato incaricato di reggere la famiglia mafiosa di Menfi da mio cugino Leo SUTERA. …omissis… Conosco di fama i Fragapane; sapevo che erano mafiosi. Me ne avevano parlato pure i Capizzi, in particolare Giuseppe Capizzi (quello al 41 bis o.p.). In passato Giaccio Pasquale era socio con Campo Pietro nell’allevamento di pecore. Un giorno, dopo gli arresti di Cupola, Giaccio Pasquale mi disse che era stato contattato da uno dei Fragapane (forse il figlio di Fragapane Salvatore) per avere un contatto con Leo Sutera, all’epoca agli arresti domiciliari, ma non se ne fece nulla omissis…

A.D.R.: Con Morreale Gerlando in qualità di “rappresentante” di Falsone, ho avuto circa cinque incontri. Una volta l’ho incontrato unitamente al Falsone Giuseppe alla presenza di Sardino. Gli argomenti vertevano sempre sui lavori da svolgere nella nostra zona. Successivamente ho incontrato il Morreale Gerlando nel dicembre 2008 in carcere; in tale occasione mi lamentai con lui perché io e la mia famiglia eravamo stati abbandonati da Cosa nostra. Egli al contrario mi disse che avrebbe immediatamente riferito tale circostanza al

Falsone Giuseppe, pur essendo detenuto. Successivamente, esattamente il 19 dicembre 2008, venni trasferito in altro carcere e non ebbi più altre notizie. Egli mi disse che Falsone aveva dato l’incarico di reggere la famiglia mafiosa di Sciacca a “un mio parente”, pur non specificandomi le generalità anche se io posso dedurre che si tratta di Sutera Leo, poiché è il mio unico parente mafioso. …omissis…

13 ottobre 2009, “…omissis…

A.D.R. In relazione alla cantina Mezzocorona ricordo che nacquero disguidi tra mio cugino Leo Sutera e Maggio Antonino (quello deceduto). In particolare i motivi del contrasto erano dovuti al fatto che tale Ventimiglia Banuzzo che fece i lavori (solchi per vigneti) non era di Sambuca e quindi sottraeva lavoro a me e a Maggio che già avevamo iniziato parte dei lavori. Addirittura il Ventimiglia venne a lavorare con due macchine mentre noi ne utilizzavamo una sola. Ventimiglia Banuzzo è il cognato del senatore Barrile. I fatti risalgono a prima dell’operazione Cupola.