Licata, inchieste “Assedio” ed “Halycon”: interrogato Semprevivo

Raimondo Semprevivo, uno dei personaggi di spicco delle inchieste “Assedio” e “Halycon” che la scorsa estate hanno fatto luce su intrecci pericolosi tra mafia, politica e massoneria a Licata, è stato interrogato stamani dai pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo (Calogero Ferrara e Camilleri) che hanno così accolto la richiesta avanzata dai suoi difensori, gli avvocati Angela Porcello e Giovanni Castronovo che rappresentano Semprevivo.

In due ore di interrogatorio Semprevivo ha risposto a tutte le domande spiegando ai pubblici ministeri il rapporto reale esistente con il boss Angelo Occhipinti ossia non quello di suo uomo di fiducia per delinquere bensì per motivi, da trent’anni, di strettissima parentela: il suocero (e per tale ragione lo chiamava persino papà).

Semprevivo ha anche risposto relativamente alle vicende che lo hanno visto indagato ed in particolare ai rapporti intrattenuti con gli altri coindagati e sull’estorsione patita dall’imprenditore Ruvio.

Semprevivo è stato, come si diceva, coinvolto in entrambe le inchieste: prima in quella “Assedio”, considerato l’uomo di fiducia del boss Angelo Occhipinti e per questo finito in carcere; poco dopo anche nell’altra inchiesta, condotta dai carabinieri del Ros e della Compagnia di Licata, denominata “Halycon” dove ad emergere è stata la figura del boss Lauria, alias “il professore”.

Nelle scorse settimane la chiusura delle indagini di entrambe le inchieste che sono state unificate in un unico filone.